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Iran, intelligence Usa: programma nucleare danneggiato solo in parte, Casa Bianca smentisce

L'immagine satellitare di Planet Labs PBC mostra il sito di arricchimento nucleare sotterraneo dell'Iran a Fordo il 19 marzo 2025
L'immagine satellitare di Planet Labs PBC mostra il sito di arricchimento nucleare sotterraneo dell'Iran a Fordo il 19 marzo 2025 Diritti d'autore  Planet Labs PBC/AP
Diritti d'autore Planet Labs PBC/AP
Di Malek Fouda
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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I raid statunitensi avrebbero rallentato di pochi mesi il programma nucleare iraniano, contraddicendo le affermazioni di Trump sulla “totale distruzione” dei siti. L'Iran si dice pronto a tornare al tavolo dei negoziati ma promette di difendere i propri "diritti legittimi"

Secondo un nuovo rapporto dell'intelligence statunitense, il programma nucleare iraniano ha subito una battuta d'arresto di pochi mesi dopo che gli attacchi statunitensi hanno colpito tre siti nucleari del Paese la scorsa settimana.

Il documento, pubblicato dalla Defence Intelligence Agency (Dia) – il ramo d’intelligence del Pentagono – contraddice le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sabato sera, subito dopo la conclusione di quella che ha definito un’operazione “mirata e precisa”.

In una conferenza stampa, Trump, affiancato dal vicepresidente JD Vance, dal segretario di Stato Marco Rubio e dal segretario alla Difesa Pete Hegseth, ha affermato che gli attacchi di Washington hanno “completamente e totalmente cancellato” i siti nucleari iraniani.

Secondo il presidente, gli impianti di Fordo, Natanz e Isfahan avrebbero subito danni tali da riportarli indietro di anni. I siti sono stati colpiti da bombe “bunker buster” statunitensi da 30mila libbre (13.600 kg).

Cosa dice il rapporto della Dia

Sebbene le immagini satellitari abbiano evidenziato danni significativi, il rapporto della Dia indica che la maggior parte delle distruzioni si è concentrata sulle strutture in superficie.

Nel sito di arricchimento dell’uranio di Fordo, considerato il più protetto e situato in profondità nel sottosuolo, l’ingresso è crollato e l’infrastruttura ha subito danni che richiederanno tempo per essere riparati. Tuttavia, secondo una fonte informata, l’infrastruttura sotterranea sarebbe rimasta intatta.

Il rapporto indica inoltre che parte dell’uranio altamente arricchito è stata trasferita in altri siti prima dell’inizio degli attacchi e non è andata perduta. Teheran avrebbe spostato il materiale in strutture nucleari segrete ancora operative. La Dia ha anche rilevato che la maggior parte delle centrifughe iraniane risulta intatta.

La Casa Bianca ha respinto la valutazione, definendola “completamente sbagliata”.

“La diffusione di questa presunta analisi è un chiaro tentativo di sminuire il presidente Trump e di screditare i coraggiosi piloti che hanno condotto una missione perfettamente eseguita per annientare il programma nucleare iraniano”, ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. “Tutti sanno cosa succede quando si sganciano quattordici bombe da 30mila libbre perfettamente sui loro obiettivi: l'obliterazione totale”, ha aggiunto.

Trump, nei suoi ultimi interventi pubblici e post sui social – incluso martedì – ha ribadito che i siti in Iran sono stati “completamente distrutti” e che Teheran “non ricostruirà mai” le sue infrastrutture nucleari.

In una dichiarazione martedì, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato: “Per decenni vi ho promesso che l’Iran non avrebbe avuto armi nucleari e, in effetti, abbiamo portato alla rovina il programma nucleare iraniano”. Netanyahu ha definito la campagna militare di 12 giorni “una vittoria storica”.

“Abbiamo eliminato due minacce esistenziali imminenti: la minaccia di annientamento con bombe nucleari e quella rappresentata da 20mila missili balistici”.

Martedì, l’Iran ha dichiarato la disponibilità a tornare al tavolo dei negoziati con gli Stati Uniti, pur affermando che continuerà a difendere i propri “diritti legittimi” e risponderà a ogni violazione della tregua da parte di Israele.

Risorse addizionali per questo articolo • AP

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