Dopo il sequestro della nave Madleen diretta a Gaza, Israele espelle Greta Thunberg. L'attivista denuncia: "Bloccare gli aiuti è inumano". Intanto, altri attivisti restano in detenzione
Espulsione rapida per Greta Thunberg. Martedì l’attivista per il clima è stata rimpatriata da Israele in Svezia, a meno di 24 ore dalla cattura della nave umanitaria Madleen, diretta verso la Striscia di Gaza per tentare di rompere il blocco israeliano. L'imbarcazione, con 12 passeggeri a bordo tra cui attivisti e giornalisti, è stata intercettata in acque internazionali, a circa 200 km dalla costa.
La Freedom Flotilla Coalition, organizzatrice della missione, sostiene che si trattasse di un'azione pacifica e umanitaria: “Volevamo solo portare aiuti a una popolazione allo stremo dopo 20 mesi di guerra”. Israele, che considera il blocco navale su Gaza una misura legittima di sicurezza, ha invece parlato di “violazione intenzionale della sovranità”.
La denuncia di Thunberg: “È inaccettabile criminalizzare gli aiuti”
Durante lo scalo a Parigi, Greta Thunberg ha tenuto un breve punto stampa in cui ha confermato l'espulsione volontaria: “Perché dovrei voler restare in una prigione israeliana più del necessario?”
Ha poi denunciato la detenzione degli altri attivisti, alcuni dei quali avrebbero avuto difficoltà ad accedere a un avvocato, e ha definito la situazione a Gaza “catastrofica”.
“Le condizioni che abbiamo vissuto non sono nulla rispetto a ciò che sta vivendo la popolazione palestinese ogni giorno”, ha aggiunto. Thunberg ha rinnovato l’appello alla comunità internazionale: “Non basta far arrivare gli aiuti. Bisogna mettere fine all’occupazione, alla violenza sistemica e riconoscere lo Stato palestinese.”
Polemica con Trump e accuse di violazione del diritto
A margine, la Thunberg ha anche risposto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che lunedì l’ha definita “una giovane persona arrabbiata” e “strana”: “Il mondo ha bisogno di molte più giovani donne arrabbiate”.
Secondo la Freedom Flotilla Coalition, il sequestro della nave in acque internazionali costituisce una violazione del diritto internazionale. Israele nega, sostenendo che l’azione rientri nella cornice legale di un blocco navale autorizzato.
Al momento, gli 8 attivisti rimasti sono in detenzione preventiva per 96 ore e compariranno davanti a un giudice prima di una probabile espulsione.
Il contesto: una missione simbolica, un messaggio politico
Il tentativo di Thunberg e degli altri attivisti di sfidare il blocco navale su Gaza è stato carico di simbolismo, in un momento in cui la crisi umanitaria nell’enclave palestinese è ai massimi livelli.
Secondo le Nazioni Unite, oltre 2 milioni di persone a Gaza vivono in condizioni di emergenza cronica, con scarsità di acqua, cibo e medicinali.
L'episodio rischia di inasprire ulteriormente il dibattito internazionale sul ruolo di Israele nella gestione dell’assedio a Gaza e sulle crescenti tensioni tra attivismo civile e politiche di sicurezza militare.
Nel frattempo, Thunberg ha promesso che le missioni umanitarie non si fermeranno:
“Torneremo. E torneremo con più determinazione”.