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Centri migranti in Albania: il governo Meloni vorrebbe trasformarli in Cpr con decreto legge

Una nave della Marina militare italiana avvicinarsi al porto di Shengjin, in Albania, 28 gennaio 2025
Una nave della Marina militare italiana avvicinarsi al porto di Shengjin, in Albania, 28 gennaio 2025 Diritti d'autore  Vlasov Sulaj/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
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Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il governo italiano è deciso a non sospendere gli accordi con Tirana e per consentire il trattenimento dei migranti starebbe valutando di rilanciare un nuovo piano per trasformare le strutture di Shengjin e Gjader in cpr

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Trasformare le strutture albanesi Shengjin e Gjader per migranti costruite dall'Italia in centri per i rimpatri (Cpr). Sarebbe questa l'ipotesi allo studio del governo di Giorgia Meloni, secondo fonti a conoscenza del dossier citate dai media italiani, per tornare a rendere operative i due complessi rimasti vuoti dopo le ripetute bocciature da parte dei giudici di primo grado e delle Corti d'appello dei trattenimenti dei migranti.

Alla fine di gennaio la Corte d'appello di Roma ha sospeso il giudizio e ha rifiutato di convalidare il trattenimento dei 43 migranti trasferiti qualche giorno prima a Gjader. Il 25 febbraio prossimo la Corte di giustizia europea si riunirà per prendere una decisione sul funzionamento dei centri.

Il futuro dei centri migranti in Albania: cosa dicono i media italiani

La premier avrebbe discusso dell'ipotesi di trasformare i centri in Albania in Cpr in una riunione venerdì scorso insieme al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, e il sottosegretario di Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano, e che potrebbe prendere corpo in un nuovo decreto. Un'altra riunione sarebbe prevista anche per questo lunedì.

Le strutture di Shengjin e Gjader, costruite per ospitare i migranti caricati dai pattugliatori della Marina nelle acque internazionali del Mediterraneo, in attesa delle procedure di frontiera accelerate, diventerebbero così centri per gli irregolari già presenti in Italia. In questo modo sarebbe possibile portare in Albania anche i migranti che si trovano negli hotspot e nei centri di accoglienza sul territorio nazionale, irregolari o destinatari di un decreto di espulsione.

Nel progetto iniziale di Palazzo Chigi a Shengjin arrivano le navi con i migranti e vengono effettuati i primi controlli, mentre a Gjader le persone attendono che venga completata la procedura di richiesta d'asilo.

Opposizioni contro l'ipotesi di trasformare i centri per migranti in Albania in Cpr

"Ma davvero il governo vuole andare avanti con i centri in Albania? Non gli è bastato aver sprecato un miliardo di euro dei contribuenti per delle sadiche cattedrali nel deserto? - Ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, sabato -. Non gli sono bastate le pronunce dei tribunali di ogni ordine e grado a dire che è una procedura illegittima? Errare umano, perseverare è meloniano".

"Ormai quei centri in Albania vanno riempiti a tutti i costi, di migranti intendo, bisogna fingere che la cosa funzioni per davvero, dopo che Giorgia Meloni ha annunciato che vuoi o non vuoi 'funzioneranno' - ha dichiarato Davide Faraone, deputato di Italia Viva -.

Premesso che non credo che la cosa funzioni nemmeno così, vedremo il testo del decreto e valuteremo - ha aggiunto il deputato che ha poi continuato - mi chiedo, ma questi centri non dovevano essere una deterrenza alle partenze?. La narrazione era: chi parte dalle coste nordafricane sa che arriverà in Albania, non in Italia e quindi non partirà. E invece chi sbarcherà arriva dritto dritto in Italia, come sempre, più di sempre, alla faccia del blocco navale prima e dell'Albania poi".

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