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Sospeso il trattenimento di tutti i 43 migranti in Albania, devono tornare in Italia

Una fotografia aerea scattata da un drone mostra dei migranti scortati dalla polizia italiana nel porto di Shengjin, nell'Albania nord-occidentale, 28 gennaio 2025
Una fotografia aerea scattata da un drone mostra dei migranti scortati dalla polizia italiana nel porto di Shengjin, nell'Albania nord-occidentale, 28 gennaio 2025 Diritti d'autore  Vlasov Sulaj/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
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Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La corte d'Appello di Roma ha sospeso il giudizio sul trattenimento dei 43 migranti soccorsi al largo di Lampedusa e inviati in Albania, che faranno rientro in Italia sabato. I giudici hanno rimesso la decisione alla Corte di Giustizia europea

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La Corte d'appello di Roma ha sospeso il giudizio e ha rifiutato di convalidare il trattenimento dei 43 migranti trasferiti martedì nel centro di permanenza per il rimpatrio a Gjader, in Albania.

I giudici, secondo quanto si apprende, hanno sospeso il giudizio e rimesso gli atti alla corte di Giustizia Ue. I richiedenti asilo saranno trasferiti sabato in Italia.

La corte, nel motivare il rinvio scrive nella sentenza che prende "atto dei contrasti interpretativi manifestatisi nell'ordinamento italiano che attengono alla disciplina rilevante contenuta nella Direttiva n. 2013/32/UE nonché alla regolazione dei rapporti fra il diritto dell'Unione Europea e il diritto nazionale in relazione alla gerarchia delle fonti di diritto, con diretta incidenza sulla fattispecie in giudizio, si ritiene necessario, al fine di assicurare l'applicazione uniforme del diritto dell'Unione, formulare un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione europea ai sensi dell'art. 267 TFUE".

La corte quindi "sospende il presente giudizio di convalida, fermi restando gli effetti sulla efficacia del trattenimento che conseguono per legge al decorso del termine".

In due precedenti occasioni, a ottobre e a novembre scorso, i giudici del Tribunale di Roma avevano sospeso il trattenimento dei migranti, anche in questo caso provenienti dal Bangladesh e dall'Egitto, ritenendo, come prevede la Costituzione, la sentenza della Corte di giustizia europea sui "Paesi sicuri" superiore rispetto ai decreti governativi.

La mossa dei giudici romani aveva innescato un duro scontro con il governo di Giorgia Meloni che proprio per aggirare l'ostacolo giuridico ha trasferito le competenze in materia alla Corte d'appello di Roma, sperando invano in un esito diverso.

Erano arrivati in 49, ma nei giorni scorsi sei erano stati riportati in Italia perché minorenni o vulnerabili e quindi non "eleggibili" per la procedura accelerata di frontiera applicata dal governo italiano nel centro albanese. Giovedì le domande d'asilo di tutti e 43 i richiedenti erano state rifiutate.

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