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Guerra a Gaza, Israele rilascia direttore ospedale Al Shifa, Netanyahu chiede apertura indagine

Striscia di Gaza
Striscia di Gaza Diritti d'autore Jehad Alshrafi/Copyright 2023, The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Jehad Alshrafi/Copyright 2023, The AP. All rights reserved
Di Ilaria Cicinelli
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il direttore dell'ospedale Al Shifa è stato liberato insieme ad altri prigionieri. Scontro tra l'agenzia di intelligence Shin Bet e i vertici del governo, scambio di accuse con il ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir, Netanyahu chiede indagine. Attacchi in Cisgiordania, due morti

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Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno rilasciato Mohammad Abu Salmiya, direttore dell'ospedale Al Shifa, arrestato lo scorso 23 novembre e detenuto per sette mesi.

Insieme a lui l'Idf ha liberato altri 54 palestinesi, arrestati nella Striscia di Gaza dopo l'attacco di Hamas il 7 ottobre scorso, e il chirurgo dell'ospedale, Issam Abu Ajwa. Lo riportano i media locali.

Salmiya denuncia l'uso della tortura sui detenuti palestinesi

Salmiya era stato arrestato per essere interrogato sulle attività terroristiche dell'organizzazione islamista, dopo la scoperta di un tunnel di Hamas sotto il complesso ospedaliero. L'Idf aveva dichiarato in quell'occasione che l'ospedale "da lui guidato fungeva da centro di comando e controllo di Hamas".

Subito dopo il rilascio Salmiya ha denunciato le gravi condizioni in cui versano i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane per la mancanza di cibo, acqua e l'uso della tortura che avrebbe portato alla morte diversi prigionieri. Lui stesso ha affermato di essere stato torturato brutalmente.

"Medici e infermieri israeliani picchiano e torturano i prigionieri palestinesi e trattano i corpi dei detenuti come se fossero oggetti inanimati", ha detto Samiya, riferisce l'emittente Al Jazeera. "Ogni prigioniero ha perso circa trenta chili tra il cibo negato e le torture", ha dichiarato. I detenuti "hanno subito aggressioni quasi quotidiane. Non abbiamo incontrato avvocati, né alcuna istituzione internazionale ci ha fatto visita".

Netanyahu chiede indagine sul rilascio di Salmiya, Gallant prende le distanze

Secondo quanto reso noto dal suo ufficio, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato l'apertura immediata di un'indagine sul rilascio. Anche il ministro della Difesa Yoav Gallant ha preso le distanze dalla decisione. "La procedura per l'incarcerazione dei prigionieri il loro rilascio è regolata dallo Shin Bet (l'agenzia di intelligence interna) e dal Servizio carcerario israeliano. Non è soggetta all'approvazione del ministro della Difesa" ed è sotto la giurisdizione dell'ufficio del primo ministro.

Il Servizio carcerario israeliano è invece sotto la responsabilità del ministero della Sicurezza nazionale guidato dal leader di estrema destra Itamar Ben Gvir, che ha definito il rilascio "un'incoscienza in termini di sicurezza". "È ora che il primo ministro impedisca a Gallant e al capo dello Shin Bet di attuare politiche indipendenti che contraddicono le posizioni del governo", ha affermato Gvir.

Non si è fatta attendere la replica dello Shin Bet. La decisione dipenderebbe dalla mancanza di spazio nelle sovraffollate carceri israeliane e per via della scelta di chiudere gradualmente il centro di detenzione di Sde Teiman.

Lo Shin Bet sostiene di aver messo in guardia "in ogni consesso possibile sulla crisi carceraria e sulla necessità di aumentare il numero delle (celle)". "Sfortunatamente, queste richieste, inoltrate a tutte le parti interessate, primo fra tutti il ministro della Sicurezza nazionale (Ben Gvir), che ne è responsabile sono rimaste inevase"

"In conformità con le necessità dello Stato determinate dal Consiglio di sicurezza nazionale è stato deciso di rilasciare diversi detenuti che non rappresentavano una minaccia significativa". Abu Salmiya "soddisfaceva i requisiti riguardo al livello di pericolo che rappresenta", ha sottolineato lo Shin Bet, aggiungendo tuttavia che indagherà sulla decisione di liberarlo. "In mancanza di qualsiasi altra opzione, senza una soluzione immediata alla crisi dello spazio carcerario gli arresti continueranno a essere cancellati e i detenuti continueranno a essere rilasciati".

La situazione sul campo a Gaza e in Cisgiordania

Intanto in Cisgiordania, una donna di 47 anni e un ragazzo di 15 sono stati uccisi durante l'assalto dell'Idf a Tulkarem. Altre quattro persone sono rimaste ferite.

Nella Striscia di Gaza sono arrivate a quota 37.900 i morti palestinesi in nove mesi di guerra, con 23 persone morte solo nelle ultime 24 ore. I feriti sono invece 87.060.

Stephane Dujarric, la portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ha dichiarato che almeno 60mila residenti nella zona orientale di Gaza City sono stati sfollati dall'Idf.

Venti razzi sono invece stati lanciati lunedì mattina da Gaza verso gli insediamenti israeliani al confine con la Striscia.

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