Il governo Meloni al terzo decreto-legge sull'immigrazione irregolare, focus sui rimpatri

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Di Michela Morsa
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Le nuove misure si concentrano sulla facilitazione dei rimpatri per chi crea problemi di ordine pubblico e per chi si spaccia per minorenne. Critiche dalle organizzazioni umanitarie

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Mercoledì sera il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto-legge sull'immigrazione. I provvedimenti riguardano principalmente la facilitazione dei rimpatri per chi crea problemi di ordine pubblico e per chi comunica dati falsi sulla propria identità, in particolare sulla sua età. È il terzo decreto sull'immigrazione approvato dal governo Meloni, dopo il cosiddetto "decreto Cutro" e quello della settimana scorsa che ha aumentato la permanenza dei centri di rimpatrio (Cpr) da 3 a 18 mesi. 

Le misure arrivano nel contesto di un maggiore afflusso di migranti dall'Africa settentrionale verso l'Italia. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha sottolineato che le nuove regole saranno conformi alle leggi europee, comprese quelle sulla protezione dei minori, ma sono state criticate dalle organizzazioni umanitarie. 

Minori nel mirino

In base alle nuove misure, le forze di polizia avranno più poteri e strumenti per verificare l'età dei migranti irregolari e accertarsi che i giovani migranti che si dichiarano minorenni non stiano mentendo. 

Il decreto autorizza le autorità di pubblica sicurezza a disporre, immediatamente dopo l’arrivo in Italia e con l'autorizzazione del Tribunale per i minori, lo «svolgimento di rilevamenti antropometrici», cioè di procedure mediche per accertare l’età, compresi esami a raggi X. 

Se viene stabilito che il migrante ha dichiarato il falso sulla sua età, la pena per il reato di false dichiarazioni al pubblico ufficiale può essere sostituita dalla misura amministrativa dell’espulsione.

Il decreto modificherebbe quindi le disposizioni del decreto del 2013 attualmente in vigore, che recepisce a sua volta una direttiva europea, secondo cui la verifica dell’età delle persone migranti deve essere svolta in un ambiente idoneo da professionisti di varie discipline, e se necessario anche un mediatore culturale, utilizzando procedure meno invasive possibili.

Inoltre, tra le disposizioni c'è anche la possibilità di collocare i minori di età superiore ai 16 anni in centri di accoglienza riservati agli adulti, anziché nelle strutture preposte all'accoglienza dei minori, per un periodo di tempo limitato che non può superare i 90 giorni.La misura risponde all'attuale indisponibilità di strutture dedicate, di cui diversi sindaci locali si sono lamentati. 

L'ordine pubblico

L'obiettivo primario del decreto è quello di aumentare i rimpatri. In caso di "gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato", è prevista l'espulsione anche di chi sia in possesso di permesso di soggiorno a tempo indeterminato. La questura può anche decidere di negare il reingresso a chi faccia ricorso contro la propria espulsione, se si ritiene che questo possa generare pericolo per l’ordine pubblico.

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