Dopo nove mesi di proteste popolari contro la riforma della Giustizia, in Israele siamo alla resa dei conti. I 15 giudici della Corte suprema dovranno decidere sull'emendamento della "clausola di ragionevolezza", approvato dal Parlamento, che potrebbe aumentare il potere del governo di Netanyahu
La Corte Suprema di Israele salverà se stessa?
Per il momento, ha iniziato a esaminare le petizioni per abolire una legge che limita i suoi stessi poteri.
Per la prima volta nella storia del Paese, infatti, tutti i 15 giudici che compongono la Corte si sono riuniti insieme per discutere otto ricorsi alla cosiddetta "clausola di ragionevolezza”, approvata dalla Knesset, il Parlamento israeliano, a luglio.
Questione di "ragionevolezza"
Con 64 voti favorevoli su 120, il 24 luglio scorso il Parlamento ha approvato l'emendamento alla "clausola di ragionevolezza", una norma che consente alla Corte suprema di Israele di bloccare le decisioni del governo ritenute irragionevoli, appunto.
L'emendamento alla clausola, di fatto limita l'autorità della Corte suprema di annullare le decisioni del governo.
Si tratta del primo tassello del piano più ampio - una vera e propria riforma della Giustizia - del governo del primo ministro Benjamin Netanyahu, con l'obiettivo di indebolire la Corte suprema e dare più potere all'esecutivo.
Per la decisione della Corte, ci vorranno settimane, se non mesi.
Fuori dal tribunale di Gerusalemme, non è mancato l'appoggio popolare al governo di Netanyahu (al sesto mandato), formato da una coalizione tra il suo partito Likud e gli alleati ebrei di estrema destra e ultra-ortodossi.
Netanyahu sostiene che i cambiamenti legislativi riequilibreranno tra i poteri dello Stato.
La protesta continua
Da nove mesi la riforma della Giustizia è contestata con oceaniche manifestazioni, da una parte sempre più ampia della popolazione israeliana: nel mirino, lo stesso Netanyahu, che è sotto processo con accuse di corruzione, frode e abuso di potere.
Non a caso, la nuova legge - con l'emendamento alla clausola di "ragionevolezza" - potrebbe annullare possibili sentenze di colpevolezza contro lo stesso primo ministro.