Sudan, sempre più bambini rimangono coinvolti nel conflitto

Bambini vittime della guerra in Sudan
Bambini vittime della guerra in Sudan Diritti d'autore Amr Nabil/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Debora Gandini
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Nelle ultime tre settimane sono almeno 190 i bimbi rimasti uccisi. 1.700 quelli feriti. I dati arrivano dall'Unicef che chiede la fine delle ostilità

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In Sudan sempre più bambini sono vittime della guerra. Da quando il conflitto è scoppiato quasi tre settimane fa sono almeno 190 bimbi sono stati uccisi e altri 1.700 feriti. La denuncia arriva dall’Unicef che torna a chiedere la fine immediata delle violenze e delle ostilità.

Per James Elder, portavoce dell’Unicef “sono dati che se analizzati evidenziano che ogni ora vengono uccisi o feriti sette bimbi e questi dati sono solo quelli riferiti ai piccoli che arrivano alle strutture sanitarie, dunque il numero è sicuramente più elevato.”

Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha inviato, ancora una volta, le parti in conflitto a rispettare gli obblighi legali previsti dal diritto internazionale umanitario e a garantire che i bambini non siano coinvolti nel conflitto. Questo include la cessazione di tutti gli attacchi ai centri sanitari, alle scuole, ai sistemi idrici e igienici e ad altre infrastrutture su cui i bambini fanno affidamento”, afferma in una nota il direttore generale dell’Unicef, Catherine Russell.

Famiglie in fuga dal Sudan

La battaglia intanto prosegue nonostante gli sforzi per una tregua concordata fino all'11 maggio. Da Khartum e dal Sud Sudan sono migliaia i civili in fuga. Secondo l’Unicef sono numerose le famiglie che si stanno spostando per mettersi al sicuro dopo che anche gli operatori umanitari sono stati attaccati, mentre le strutture, i veicoli e le forniture umanitarie – comprese quelle dell’Unicef – sono state saccheggiate.

“Questi attacchi stanno compromettendo la nostra capacità di raggiungere i bambini in tutto il Paese con servizi sanitari, nutrizionali, idrici e igienici salvavita, prosegue una nota dell’Unicef. Chiediamo l’importazione illimitata, senza ostacoli e senza interruzioni di forniture umanitarie e commerciali essenziali, tra cui cibo e carburante, via mare, aerea e strada – indipendentemente da chi controlla queste aree. L’Unicef chiede inoltre una soluzione politica a lungo termine alla crisi, in modo che i bambini del Sudan possano crescere in un ambiente di pace.”

Fragile accordo di tregua

Almeno 550 persone sono state uccise da quando sono scoppiate le violenze lo scorso mese tra l’esercito governativo e i ribelli delle Forze di supporto rapido (Rsf). Quasi 5000 i feriti. Decine di migliaia i sudanesi che sono fuggiti nei paesi vicini mentre i governi stranieri hanno fatto evacuare tutti i loro cittadini presenti nel paese. Migliaia di sfollati cercano ora rifugio a Jeddah in Arabia Saudita.

Intanto il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha avvertito che questo conflitto ormai sta colpendo "l'intera regione". L’esercito e i paramilitari in guerra in Sudan hanno concordato “in linea di principio” un cessate il fuoco di una settimana a partire da questo giovedì, secondo una dichiarazione rilasciata dal ministero degli Esteri del Sud Sudan, uno dei Paesi che guidano gli sforzi di pace.

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