Al centro la guerra in Ucraina, lo scontro tra militari in Sud e il caso Taiwan
I ministri degli esteri del G7 si riuniscono per affrontare le principali questioni, dalla guerra in Ucraina alla sicurezza in Europa e Asia, senza trascurare lo scontro per il potere in Sudan e l'alleanza con gli Stati Uniti. Con Yoshimasa Hayashi, il ministro degli Esteri giapponese, che definisce inaccettabile la retorica nucleare della Russia e la minaccia di piazzare armi nucleari in Biellorussia. "La sicurezza dell'Europa e la sicurezza dell'Indo-Pacifico sono inseparabili, e io stesso avverto la percezione che la crisi che l'Ucraina di oggi potrebbe essere quell'Asia orientale di domani", afferma l'esponente del governo nipponico, sottolineando l'impegno concordato per "rafforzare la nostra cooperazione anche sulla elusioni delle sanzioni e la fornitura di armi alla Russia da parte di Paesi terzi".
Il segretario di Stato americano Antony Blinken pone l'attenzione sulla lotta per il potere in Sudan, dove ha esortato i militari a cessare il fuoco. "Ho telefonato ai generali Burhan e Hemedti, esortandoli ad accettare una tregua di 24 ore in modo da consentire ai sudanesi di ricongiungersi in sicurezza con le loro famiglie", spiega. La tensione è altissima. "Un convoglio diplomatico americano è stato colpito, ma tutti i nostri collaboratori sono al sicuro", aggiunge definendo l'azione "sconsiderata", "irresponsabile e, ovviamente, non sicura".
Colloqui bilaterali anche tra Blinken e il ministro degli Esteri francese Catherine Colonna a Karuizawa. Il faccia a faccia ha "solo rafforzato la convergenza di vedute", il commento dell'alleato americano, nonostante i dubbi manifestati in precedenza su Taiwan dal presidente Emmanuel Macron.