Come raccontare la Shoah oggi: dalla testimonianza diretta al fumetto

Tavola del fumetto "Jan Karski. L'uomo che scoprì l'Olocausto".
Tavola del fumetto "Jan Karski. L'uomo che scoprì l'Olocausto". Diritti d'autore Lello Bonaccorso
Di Ilaria Federico
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Testimonianza di Lello Dell'Ariccia, che si è salvato dai militari nazisti il 16 ottobre 1943 a Roma. La Shoah arriva anche nel fumetto con "Jan Karski" di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso

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“Tra qualche anno non resterà nemmeno una riga sulla Shoah nei libri di storia”, è l’amara osservazione di Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz

In occasione del Giorno della Memoria, Lello Dell’Ariccia, scampato per poco ai militari tedeschi il 16 ottobre 1943 a Roma, che deportarono invece la nonna materna, lo zio e una cugina, commenta le parole della senatrice a vita. "Liliana ha ragione, anche se non le conoscevo questo pessimismo. Non so se c'è un modo per rendere la Shoah un tema sempre attuale, ma sicuramente possiamo continuare ad analizzare le cause di tutto ciò, come per esempio venti secoli di antisemitismo".

Una famiglia spezzata

Lello Dell'Ariccia, la mamma e il fratello, già nascosti in una fattoria lungo Via del Casaletto, arrivarono qualche minuto dopo che i nazisti prelevarono la nonna materna, lo zio Amedeo e la cugina Ada, di sette anni, dalla casa dei nonni. "Mia madre ha assunto un silenzio gelido. Improvvisamente ci ha preso per i polsi. Noi non avevamo capito nulla". Ripercorrendo il tragitto di due ore e mezza verso la fattoria, "mia madre svenne, e da quel giorno non è stata più la stessa".

Lello e la famiglia si sono poi rifugiati in un convento di suore francescane. "Nella notte le suore hanno bussato alla porta per avvertire gli ospiti dei controlli dei nazisti, ci chiesero di poter lasciare un'immagine sacra nella nostra stanza, affinché la preghiera ci proteggesse". "Poi ci hanno sorriso, un sorriso rimasto impresso nella mia memoria".

Il filo della memoria

Per lottare contro l’antisemitismo che ritiene diffuso ancora oggi, Lello dell’Ariccia ha fondato, insieme ad altri testimoni della Shoah, il Progetto Memoria, un’associazione che si occupa di sensibilizzare studenti e insegnanti sui temi delle persecuzioni antiebraiche in Italia. "Vogliamo passare il testimone, perché usando il contributo di ciascuno,tutti insieme possiamo far sì che la storia non si ripeta". Ai giovani, Lello Dell'Ariccia lancia un appello: "vi invito a studiare, perché la cultura è un'arma. E partecipate! Siate presenti. Andate soprattutto a votare".

La Shoah in fumetto

Anche oltralpe, gli italiani fanno vivere la storia del genocidio e in forme innovative. A Sainte-Foy-Lès-Lyon, a pochi kilometri da Lione, in Francia, l’opera “Jan Karski, l'uomo che scoprì l'Olocausto” è esposta in questi giorni in una mostra nella biblioteca Senghor. Marco Rizzo e Lello Bonaccorso, gli autori del fumetto, hanno raccontato la storia di un membro della resistenza polacca che si travestì da guardia nazista e si infiltrò nel ghetto di Varsavia nel 1942. "Il partigiano polacco Jan Karski riuscì a raccontare l’orrore dei campi di sterminio nazisti al ministro degli Esteri inglese e al presidente Roosevelt, ma non fu creduto. Se fosse stato ascoltato, probabilmente il rastrellamento del ghetto di Roma del '43 non avrebbe avuto luogo", commenta Marco Rizzo.

Il fumetto, un modo per far conoscere gli orrori del nazismo ai più giovani. "Il fumetto si presta meglio a un pubblico giovane, possiamo raccontare delle storie importanti e intense in un formato agile, che viene usato anche dalle scuole per parlare della Shoah", spiega l'autore.

L'instancabile trasmissione della testimonianza dei superstiti da una parte, e l'innovazione dall'altra per lottare contro l'oblio e il negazionismo.

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