Un emendamento alla legge di Bilancio 2026 propone di innalzare il tetto massimo ai pagamenti in contanti in Italia da 5 a 10mila euro. Numerose le voci critiche, tenuto conto anche dei livelli di evasione e della presenza di organizzazioni criminali. Ma la maggioranza difende la proposta
Un emendamento alla prossima legge di bilancio prevede di raddoppiare il tetto massimo per i pagamenti in contanti, per persone e imprese. Tuttavia, la proposta del governo non è esente da rischi, tenuto conto dell'ingente quota di evasione fiscale di cui soffre l'Italia.
L'idea è di innalzare il limite dagli attuali 5mila a 10mila euro. L’esecutivo e la maggioranza assicurano che la misura non avrà alcun impatto sull’evasione.
Un emendamento punta ad aumentare il tetto per i pagamenti in contanti da 5 a 10mila euro
La proposta è contenuta in un emendamento alla Legge di bilancio 2026 presentato da Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Fu d’altra parte proprio quest'ultima, alla fine del 2022, a introdurre un primo aumento del tetto (da 2 a 5mila euro).
Secondo le opposizioni si tratta di una decisione che rischia di premiare proprio chi cerca di non pagare le tasse dovute. Si sottolinea infatti come aumentare la soglia, in un Paese nel quale la quota di economia sommersa è particolarmente elevata, così come la presenza di organizzazioni criminali, possa agevolare anche operazioni di riciclaggio. Per questo, in molti criticano il progetto.
Un primo aumento del tetto nel 2022 suscitò dubbi alla Banca d'Italia
Secondo l’Osservatorio conti pubblici italiani dell’università Cattolica di Milano, in Italia si è registrato un calo dell’evasione di imposte e contributi, scesa effettivamente da 105,8 a 92,6 miliardi di euro. Ma i dati si riferiscono al periodo 2018-2022, mentre il primo innalzamento del tetto al contante è entrato in vigore il 1 gennaio 2023.
Già all’epoca Banca d’Italia aveva commentato la decisione sottolineando che “i limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione”.
In particolare, “negli ultimi anni sono emersi studi che suggeriscono che soglie più alte favoriscono l’economia sommersa; c’è inoltre evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l’evasione fiscale”.
Secondo l'Istat, l'economia "non osservata" vale il 10,2% per cento del Pil in Italia
L’emendamento attuale prevede però anche l’introduzione di un’imposta speciale di bollo, pari a 500 euro, che dovrebbe essere versata da chi effettua un pagamento in contanti di importo compreso tra i 5 e i 10 mila euro.
Ad essa si aggiunge l’obbligo di emettere fattura, che però potrebbe essere facilmente aggirato, con un accordo tra le parti che effettuano la transazione.
Le critiche mosse al governo si basano principalmente sulle caratteristiche specifiche dell’economia italiana. Un rapporto dell’Istat pubblicato nello scorso mese di ottobre, fotografa quella che viene definita “economia non osservata”, ovvero tutte quelle attività che per diverse ragioni non risultano direttamente rilevabili. Ciò in quanto non registrate o, soprattutto sommerse e illecite.
Si tratta in altre parole di attività frutto di evasione o elusione fiscale, o che prevedono l’impiego di lavoro irregolare. O ancora di produzione e traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione o contrabbando di tabacco.
Nel 2023, secondo l’Istat, la somma dei valori dell’economia sommersa e delle attività illegali ha raggiunto la cifra astronomica di 217,5 miliardi di euro.
Salvini: "Ciascuno deve poter usare i soldi come vuole"
Un dato che, tra l’altro, risulta in crescita del 7,5 per cento rispetto all’anno precedente (quando si era fermato a 202,4 miliardi).
Parliamo del 10,2 per cento del Prodotto interno lordo italiano. E, in particolare, proprio le “sotto-dichiarazioni” al fisco sono risultate in aumento di 6,7 miliardi di euro. Segno di una propensione ancora marcata all’evasione fiscale.
Secondo il vice-presidente del Consiglio Matteo Salvini, tuttavia, l’innalzamento della soglia per i pagamenti in contanti a 10mila euro è necessario, perché “si devono poter usare i soldi nel modo in cui si vuole. Né ci si deve giustificare per quelli che si hanno sul conto corrente. Non siamo mica in Venezuela”. Il leader della Lega si è espresso parlando alla festa di Atreju di Fratelli d’Italia.
Di avviso diametralmente opposto il Partito democratico (Pd) e l’Alleanza Verdi e Sinistra (Avs). Secondo il presidente dei senatori Pd Francesco Boccia, si tratta di una manovra “disperata per racimolare risorse e consenso”.
Per Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, “anziché tutelare il lavoro si aprono nuovi spazi al sommerso: è un favore diretto agli evasori e un incentivo all’economia in nero”.
“Il contante - osserva a Euronews Giacinto Palladino, dirigente del sindacato bancario e assicurativo First Cisl ed esperto di legalità - rappresenta da sempre un canale che favorisce evasione e riciclaggio. In questo caso, date le soglie, probabilmente i problemi riguarderanno più la prima che il secondo. Ma è chiaro che, in linea generale, mantenere tetti bassi è utile per contrastare le attività illegali”
Ciò nonostante, secondo l’esponente della Lega Armando Siri, si tratta di una scelta “doverosa” poiché - ha dichiarato - la soglia è stata “decisa dall’Europa”.
Consiglio e Parlamento europeo hanno indicato solo un tetto massimo al contante
In realtà, la Corte dei Conti ha spiegato già in passato che “la soglia di utilizzo del contante non è imposta uniformemente a livello dell’Ue ma ogni Stato membro può fissarne la misura.
Tale libertà di scelta dovrebbe, comunque, sottintendere una coerenza con la gravità dei fenomeni criminosi presenti in ciascuno Stato membro”.
Nel 2024, infatti, il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo avevano adottato un pacchetto di misure anti-riciclaggio e di contrasto al finanziamento al terrorismo, contenute nel regolamento 2024/1624.
All’articolo 80, il testo indica che “le persone che commerciano beni o forniscono servizi possono accettare o effettuare un pagamento in contanti fino a un importo di 10mila euro o equivalente in valuta nazionale o estera, indipendentemente dal fatto che la transazione sia effettuata con un'operazione unica o meno”.
Nessun obbligo dunque: quello dei 10mila euro è un tetto massimo, oltre il quale l’Unione europea impone di non andare. Tanto più che lo stesso regolamento, che entrerà in vigore pienamente nel 2027, al comma successivo, precisa: “Gli Stati membri possono adottare limiti inferiori previa consultazione della Banca centrale europea”.
"In alcuni settori i pagamenti in nero sono noti. Servono norme italiane ed europee più stringenti"
D’altra parte, le normative europee in materia “hanno tra gli obiettivi principali proprio di far sì che i criminali in colletto bianco non possano più riciclare denaro acquistando auto di lusso o yacht”, ha sottolineato l’eurodeputato socialista olandese Paul Tang.
Inoltre, aggiunge Palladino a Euronews, “in alcuni settori l’uso del contante è strategico. Parliamo di comparti che noti a tutti, come l’edilizia, il tessile, la ristorazione, nei quali non di rado i pagamenti in nero sono all’ordine del giorno. Conosciamo meccanismi ed epicentri, e in caso di interventi delle forze dell’ordine si scoprono spesso reti articolatissime. Per questo la realtà è che le normative nazionali ed europee dovrebbero essere molto più stringenti”.
Il presidente della Commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, non è però d’accordo. In un’intervista a Radio Radicale ha spiegato che “il punto non è l’uso del contante ma se questo è frutto di evasione".
"Si fa propaganda senza basarsi sui dati. In Germania c’è lo stesso tetto e l’evasione fiscale non è così lontana da quella italiana”, ha affermato l'esponente della Lega.
Nella prima economia europea, però, un tetto ai pagamenti in contanti non c’è. È imposta solo la necessità di presentare un documento d’identità per le transazioni superiori ai 10mila euro, conformemente agli articoli 8 e 10della legge anti-riciclaggio attualmente in vigore.
In quali Paesi europei c'è un tetto all'uso di contanti e in quali no
Secondo un’analisi del Centro europeo per i consumatori, i cui dati sono aggiornati a pochi anni fa, oltre alla Germania non ci sono limitazioni specifiche ai pagamenti cash in Austria, Cipro, Estonia, Grecia, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Regno Unito.
Sono in vigore limitazioni parziali a Malta, in Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia. Tetti specifici sono invece previsti in Belgio, Bulgaria, Croazia, Spagna, Francia, Lettonia e Lituania. Oltre, ovviamente, all’Italia.