Intervenuta a margine di un evento a Bruxelles, Inna Shevchenko sottolinea l'importanza del contributo della società civile in un conflitto altrimenti impari
Mentre gli ucraini si preparano a un'altra settimana di interruzioni di acqua ed elettricità, dovuta ai bombardamenti russi, la leader del movimento di protesta ucraino Femen, Inna Shevchenko, spiega a Euronews perché il suo popolo non rinuncerà mai a difendere il Paese, nonostante le atroci sofferenze provocate dal conflitto.
Nessuna resa
"Gli ucraini stanno letteralmente morendo oggi per la loro scelta, per aver provato a diventare un Paese democratico, per aver avuto il coraggio di sganciarsi dal modello russo e lottare per il loro diritto a costruire uno Stato veramente europeo ed indipendente. Questa è la motivazione profonda di questa guerra. Questo è il motivo per cui Vladimir Putin ha attaccato l'Ucraina".
Parlando a margine di un evento a Bruxelles, l'attivista confessa di essersi aspettata l'invasione e spiega di aver lanciato l'allarme per tempo: la strategia accomodante verso Putin attuata per anni è stata un errore. Ora la guerra ha unito il suo Paese, trasformando cantanti, fornai, medici e insegnanti in soldati, il cui morale è ancora alto.
"C'è una sofferenza collettiva dell'intera nazione, ma c'è anche una resistenza collettiva, potente. Gli ucraini sanno che, come ripetiamo sempre, se la Russia smetterà di combattere, non ci sarà la guerra. Se gli ucraini smetteranno di combattere, non ci sarà l'Ucraina".
Dalle sue parole emerge chiara una visione: senza il supporto della società civile e dei singoli cittadini all'interno e all'esterno del Paese, l'esercito ucraino sarebbe stato presto soverchiato e sconfitto dai russi.