La premier Giorgia Meloni incassa un'agevole fiducia al Senato

La premier Giorgia Meloni
La premier Giorgia Meloni Diritti d'autore Andrew Medichini/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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Nessuna sorpresa: anche al Senato la premier Giorgia Meloni incassa il voto di fiducia con 115 voti a favore

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Al Senato la premier Giorgia Meloni ha incassato la fiducia con 115 voti a favore, 79 contrari e 5 astenuti.

Nel suo intervento, durato circa 50 minuti, Meloni ha spaziato su diversi fronti: dal tetto al contante, che non frena l'evasione e "penalizza i poveri", al salario minimo che non risolve il problema dei "bassi salari". Tra le priorità c'è il Pnrr, di cui si è speso finora la metà dei fondi. E poi la gestione del Covid, le scelte "senza basi che hanno sposato la scienza quasi fosse una religione". 

Da oggi cambia tutto, ha detto la premier. All'Italia "senza visione, eredità dei governi precedenti", la nuova presidente del Consiglio propone la sua ricetta per il rilancio.

Una delle sfide più complesse resta quella della crisi energetica. "Tutto quello che si può fare contro la speculazione siamo pronti a farlo" ha detto Meloni a Palazzo Madama "Servono misure che nel medio-termine liberino l'Italia da una dipendenza energetica inaccettabile. Penso all'estrazione di gas naturale. Penso che le risorse nazionali vadano utilizzate come chiede l'Europa. Poi estraggono altre nazioni e non è che il gas estero inquina di meno".

Altro capitolo sostanziale è quello delle tasse. L'obiettivo dichiarato è il taglio del cuneo fiscale sino a 5 punti. Due terzi ai lavoratori, un terzo alle aziende per un impegno di medio-termine. "Ma perchè in Italia i salari sono così bassi? - ha aggiunto Meloni - Perchè la tassazione è al 46%. Per questo serve un taglio  del cuneo fiscale, non il salario minimo".

"Confermo che metteremo mano al tetto al contante che penalizza i più poveri" è l'altro punto delle dichiarazioni programmatiche.

Fondamentale il cronoprogramma delle spese del Pnrr, che prevedeva al 31 dicembre di quest'anno una spesa di 42 mld. Nel Def di aprile scorso il dato è stato aggiornato a 33,7 mld. Nella nota di aggiornamento del Def, prevede per il 2022 21 miliardi, meno della metà. "Forse non è andato tutto bene - ha sottolineato la leader dell'esecutivo - Per questo ci carichiamo la responsabilità di dare anche velocità all'attuazione del Pnrr".

Dopo questo voto, Meloni completa l'iter per governare con il sostegno di Forza Italia e della Lega. La premier ha chiuso il suo intervento in Aula chiedendo all'opposizione di avere coraggio e di valutare le misure del suo esecutivo in base al merito e non per ragioni ideologiche

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