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Austria, al via il processo ai presunti complici dell'attentatore della sparatoria del 2020

Attacco terroristico, Vienna 2020
Attacco terroristico, Vienna 2020 Diritti d'autore Ronald Zak/Copyright 2020 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Ronald Zak/Copyright 2020 The AP. All rights reserved
Di Debora Gandini
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Il gesto fu rivendicato dall'Isis. Provocò quattro morti e più di 20 feriti

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C’era grande attesa a Vienna per l’inizio di uno dei processi più attesi degli ultimi due anni. Sei uomini sul banco degli imputati per presunti legami con un simpatizzante dell’Autoproclamato Stato Islamico autore di una sparatoria nel 2020 per le strade della capitale austriaca. Un attacco che aveva provocato quattro morti e più di 20 feriti.

L'aggressore fu ucciso a colpi di arma da fuoco dagli agenti. Ora gli avvocati di tutti e sei gli imputati lanciano un messaggio comune. Manfred Arbacher-Stoeger, avvocato difensore dice che "Erano tutti amici dell’aggressore. Ma tutti si dichiarano non colpevoli. Non hanno mai contribuito all'aggressione né fisicamente né mentalmente. Sono imputati solo perché appartengono a una certa fede religiosa. Ma non hanno alcuna colpa."

Secondo l’accusa i sei uomini sotto processo avrebbero invece aiutato o influenzato Fejzulai, l’attentatore, mentre preparava la sparatoria. Ora rischiano di essere accusati di partecipazione a "crimini terroristici".

La sentenza è attesa a febbraio del prossimo anno. Fino ad allora, decine di testimonianze aiuteranno a chiarire cosa è successo quella fatidica notte del 2 novembre 2020 quando un uomo dell’Islam radicale, armato, per le strade di Vienna sparò con un fucile contro cittadini ignari incrociati per caso. Tanti i punti interrogativi come il ruolo svolto dai suoi sei presunti complici.

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