Ignazio La Russa alla guida del Senato: "Sarò il presidente di tutti"

Ignazio La Russa è stato eletto presidente del senato con 116 voti. Già missino, poi membrodi An e di Forza Italia infine fondatore di Fratelli d'Italia, il senatore noto per il temperamento levantino, la battuta pronta e la collezione di cimeli fascisti e immagini del Duce a casa sua, diventa la seconda carica dello Stato.
Figura divisiva appena salito sullo scranno più alto del parlamento ha provato a rassicurare tutti. "Quando sono chiamato ad assolvere un ruolo sopra le parti - ha detto - posso assicurarvi, e spero lo faccia chi ha avuto la bontà di seguirmi, che lo faccio con assoluta dedizione e quindi voglio dire a quest'aula che sarò inflessibile a difendere alla stessa maniera i diritti della maggioranza e dell'opposizione."
Parlamentare dagli anni 90 nel suo discorso d'insediamento, dopo aver offerto un mazzo di rose bianche a Liliana Segre che ha presieduto la prima seduta della diciannovesima legislatura, La Russa ha ringraziato chi lo ha votato al di fuori della maggioranza.
Da dove siano arrivati i voti, visto che Forza Italia non lo ha votato, è un mistero. La maggioranza si è spaccata intorno alla trattativa per i ministeri: FdI ha posto un veto su Licia Ronzulli ministro cosa che avrebbe fatto infuriare i forzitalioti. Pd e Italia Viva hanno assicurato di non essere stati loro a dare una mano a La Russa ma Berlusconi, uscendo dall'aula, ha detto che i voti sono venuti dal terzo polo e senatori a vita. Certo è che insieme i voti di Lega e FdI non arrivano a 100 quindi La Russa, ammesso che Fi non l'abbia davvero votato, ha avuto una buona mano dall'opposizione.
Intanto a Montecitorio non è detto che ce la faccia il leghista Riccardo Molinari a diventare presidente, di certo non alle prime tre chiame dove serve una maggioranza qualificata.
I senatori presenti sono stati 187, i votanti 186, la maggioranza richiesta era di 104 voti. La Russa ne ha ottenuti 116 (senza quelli di 16 senatori di Forza Italia, ad eccezione di Silvio Berlusconi e Maria Elisabetta Alberti Casellati), Segre 2, Calderoli 2, le schede bianche sono state 66.
La notizia dell'elezione di La Russa sul The Guardian che ricorda il suo essere post-fascista con una passione per i memorabilia del ventennio.