"Siciliani d'Africa", una storia dimenticata

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Di euronews

Il documentario di Alfonso Campisi racconta la vicenda dei 130.000 italo-tunisini accolti dal paese africano. Una pagina di storia che può insegnare qualcosa ancora oggi

Una storia dimenticata, esempio di convivenza tra culture e religioni diverse. È quello che rievoca la processione della Madonna di Trapani nel quartiere de La Golette a Tunisi, una cerimonia che risale al tempo in cui i 130.000 italo-tunisini, tra i quali i genitori dell'attrice Claudia Cardinale, vivevano in un rapporto alla pari con i locali, rispetto ai coloni francesi.

Il perché lo spiega Silvia Finzi, redattrice del quotidiano tunisino in lingua italiana Corriere di Tunisi:  "Gli italiani condividevano con i tunisini uno status di inferiorità voluto dal protettorato francese".

Alfonso Campisi, professore di civiltà italiana discendente da coloni siciliani, ha trascorso due decenni a ricostruire questa vicenda. Alla fine ne ha tratto un documentario, "Siciliani d'Africa", proiettato a Tunisi proprio alla presenza di Claudia Cardinale.

Secondo Campisi il modo in cui la Tunisia ha affrontato gli arrivi degli stranieri ha qualcosa da insegnarci ancora oggi."(...) Volevo mostrare che la Tunisia è stato un paese che ha accolto una grande massa di poveri, non solo dalla Sicilia ma anche dalla Grecia, dalla Corsica, dalla Spagna, perfino dalla Russia".

Gli italiani sono arrivati in Tunisia in diverse ondate tra il 19 e il 20. secolo. Molti erano artigiani, muratori, meccanici o contadini partiti dall'Italia per sfuggire alla povertà. La maggior parte ha lasciato la Tunisia dopo l'indipendenza, quando ai tunisini è stata data la priorità negli impieghi pubblici e nella proprietà della terra.

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