Polonia, la crisi del carbone

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La guerra in Ucraina cambia gli scenari e i consumatori trovano prezzi in salita

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Già prima dell'emergenza climatica la Polonia aveva il problema di abbandonare il carbone come fonte energetica e di riscaldamento per rispettare gli impegni legati alla transiszione ecologica. La guerra in Ucraina tuttavia ha rimescolato le carte.

Bartlomiej Derski, esperto del settore energetico, spiega che le riserve di carbone sono le più basse dal dopoguerra, e che i primi a pagarne le conseguenze sono le famiglie polacche, che ogni anno per il riscaldamento domestico bruciano 10 milioni di tonnellate, delle quali solo la metà viene estratto nel paese, il resto viene importato da Russia e Kazhakstan, ma attualmente gli arrivi sono sospesi a causa del blocco delle ferrovie messo in atto dalla Russia.

Dal punto di vista dei consumatori il problema non è tanto la disponibilità quanto il prezzo delle scorte di carbone. "Un anno fa il prezzo era di circa 700 zloty, ho anche comprato carbone a 1000 zloty, e ora ne costa 2000. Mai pagato così caro. Mai. Se avessi solo la mia pensione dovrei spenderla tutta per una tonnellata di carbone. In più una sola tonnellata di carbone non mi basta. Ne consumo almeno due e mezza nella stagione invernale, il che significa più di 4.000 zl", dice una donna.

Per non scontentare le famiglie il governo polacco ha provato ad aumentare i valori limite di carbonio, ma questo ha sollevato le proteste degli ecologisti.

Piotr Siergiej, della ONG Allarme smog di Varsavia: "Oggi il governo sospende gli standard di qualità, in generale piuttosto bassi, dicendo alle miniere e ai rivenditori di vendere tutto, gli standard non esistono più da 60 giorni. Le alternative al carbone sono fatte con materie più economiche ma anche meno efficaci. Spesso questi prodotti vengono addizionati al carbone, il che aumenta i profitti dell'industria mineraria, ma allo stesso tempo crea smog e inquinamento aggiuntivo".

La questione carbone è diventata argomento delicato in Polonia. Il governo afferma di stare lavorando a programmi di aiuto per prevenire una crisi prima dell'inverno, ma finora non una soluzione chiara non si vede.

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