Le reazioni dopo le dimissioni di Johnson. L'Ucraina perde un alleato

Il primo ministro inglese Boris Johnson
Il primo ministro inglese Boris Johnson Diritti d'autore Bernat Armangue/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved
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La Scozia spera in (improbabili) elezioni anticipate e il Cremlino si aspetta qualcuno "di più professionale". La politica interna divisa sulla scelta inopportuna del primo ministro di ritirarsi subito

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Gli applusi della moglie di Boris Johnson e di alcuni politici che hanno sostenuto il primo ministro inglese nel suo discorso di dimissioni, contrastano con le reazioni dei molti cittadini e politici inglesi che hanno invece tirato un sospiro di sollievo dopo il suo annuncio. 

Tra le fila dei conservatori, c'è chi ha ritenuto fuori luogo la decisione di Johnson di non dimettersi da subito. Il Segretario di Stato per gli affari economici, l'energia e la strategia industriale Kwasi Kwarteng ha espresso preoccupazione per la scelta del primo ministro di rimanere in carica, sottolineando la necessità "di procedere all'individuazione di un nuovo leader il prima possibile". 

Gli ha fatto eco il deputato conservatore Simon Hoare. "Non è credibile che Johnson possa rimanere in carica anche pro-tempore, visto che i ministri si sono dimessi per il primo ministro e il partito ha perso credibilità per il primo ministro: andarsene significa andarsene", ha scritto su twitter.

E c'è chi, come la prima ministra Nicola Sturgeon, spera nell'improbabile ma auspicata ipotesi di elezioni anticipate. "Non ci saranno urne anticipate. Il nuovo leader conservatore avrà bisogno di tempo per insediarsi e per rimediare ai danni, ai profondissimi danni che ha fatto l'amministrazione di Boris Johnson nel partito conservatore", ha commentato Sturgeon.

A livello internazionale ci si aspetta che il presidente russo Vladimir Putin si avvantaggerà della caduta di Boris Johnson, visto l'impegno di quest'ultimo a sostenere l'Ucraina contro l'aggressione russia. Il ministero degli esteri russo ha già sfruttato l'occasione per parlare "della crisi politica, economica e ideologica che stanno subendo i regimi liberali". 

"Speriamo che arrivi gente più professionale a guidare la Gran Bretagna, che capisca la necessità di risolvere i problemi attraverso il dialogo, pur essendo difficile aspettarselo in questi tempi", ha affermato il portavoce di Putin Dmytry Peskov. Non sorride di certo Kiev, che oggi perde un sicuro alleato. E in una telefonata a Johnson il presidente ucraino Volodymyr Zelenski ha espresso il suo dispiacere. "Il mio ufficio e io siamo grati per il tuo sostegno", ha affermato Zelensky. 

Da Bruxelles qualche parlamentare gioisce. "Finalmente, è la fine di uno spettacolo indegno. Boris Johnson era interessato solo a mantenere il potere e il proprio ego", scrive il presidente della commissione parlamentare per gli Affari internazionali Bernd Lange.

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