tra disegni e annotazioni, Yegor Krastov ha raccontato, con un candore disarmante, i giorni dell'assedio: la vita che scorre, la casa colpita da un missile, i vicini che iniziano a morire
Gli orrori dell'assedio di Mariupol Yegor Kravtsov li porta incisi sul corpo: a soli 8 anni è stato testimone del capitolo più sanguinoso di questa guerra scoppiata nel cuore d'Europa.
Oggi, con la sua famiglia è riuscito a fuggire a Zhaporizhia: di quei giorni rimangono i pensieri raccolti in un diario, dove con un'innocenza disarmante racconta cosa significhi vivere vivere tra piogge d'artiglieria e schegge di granate.
"Ho una ferita sulla schiena, la pelle è strappata" c'è scritto tra le prime pagine. "Mia sorella ha la testa rotta. E mia madre si è strappata i muscoli della mano e ha un buco nella gamba".
Yegor mostra le sue ferite e quelle dei suoi familiari con l'orgoglio di un bambino che ha superato prove di coraggio che per gli adulti, a poche centinaia di chilometri, restano inconcepibili.
Tra disegni e annotazioni scritte a penna, il suo diario racconta i fatti di quei giorni con un candore quasi avvilente: c'è la vita che scorre tra le bombe, il quartiere che comincia ad essere colpito, vicini e conoscenti che iniziano a morire, uno dopo l'altro.
"Amava disegnare" dice la madre Olena Kravtsova, sfogliando tra le pagine del diario. "Disegnava con la penna sulla carta, non gli sono mai piaciute le matite colorate e i pennarelli.Queste sono due nostre vicine di casa, Nadya e Galya. Entrambe sono sepolte. E' morta prima una sorella, poi l'altra. È l'ultima cosa che ha disegnato".
Oggi i Kravtsov sono al sicuro, ma Yegor dice di sentire la mancanza della sua città, della sua vecchia vita, di suo nonno e di una comunità che in gran parte è stata spazzata via.
Prima di fuggire da Mariupol, Olena ha registrato un video delle rovine della loro casa per conservarne almeno il ricordo, anche se a quel punto un missile russo l'aveva già sventrata. Chi ha lanciato quel razzo oggi è il nuovo padrone della città; e la famiglia Krastov non ha idea di quando arriverà il giorno in cui su quelle macerie si potrà ricostruire