Il richiamo del deserto (l’infinito) nella storia di San Charles de Foucauld

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San Charles Diritti d'autore de Faucould
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Di Paolo Alberto Valenti
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Con altri 9 canonizzati ascende alla santità anche il più umile dei servitori di Cristo, quel Charles de Foucauld che ad una vita di agi e successi preferì gli ultimi del pianeta nel deserto del Sahara

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Fra i dieci beati che vengono canonizzati da Papa Francesco domenica 15 maggio 2022 un posto di rilievo spetta a Charles de Foucauld, straordinaria figura di ufficiale di cavalleria la cui conversione è fra le più spettacolari della storia della Chiesa. De Foucauld, che è stato definito un San Francesco del deserto, abbandono’ una vita di agi, successo e piaceri mondani che erano le prerogative di un giovane aristocratico come lui nella Strasburgo del XIX secolo. Ma non basta. Charles de Foucauld è un religioso che ha trovato nella solitudine e nell’umiltà più totale, nella povertà uno strumento non solo di redenzione ma di vera fede, così potente da ispirare nei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld e nelle Piccole Sorelle di Suor Madeleine alcuni dei cenacoli religiosi cattolici sorti nel Novecento più autenticamente fedeli al messaggio cristiano.

Il sole anche di notte

Dopo un lungo percorso di ricerca Charles inaugura il secolo breve con una conversione che, nella sostanza, non ha nulla a che invidiare a quella di San Francesco o di San Giovanni della Croce. Nato il 15 settembre del 1858 a Strasburgo in una agiata famiglia rimase orfano a 6 anni e venne allevato dalle amorevoli cure del nonno materno. Dopo l’accademia militare condusse una vita piuttosto avventurosa, anche dissipata e burrascosa tanto che in una delle sua campagne militari in Africa settentrionale verrà cacciato dal reparto perché si era portato con sé una donna. La storia di Francia lo ricorda inoltre come esploratore e brillante geografo che fece parlare di sé la società scientifica parigina.

“Siamo nati per cose più grandi”

L’Islam ha prodotto in me un profondo sconvolgimento…la vista di quelle anime che vivono nella profonda presenza di Dio, mi ha fatto intravedere qualcosa di più grande e di più vero delle occupazioni mondane: siamo nati per cose più grandi
San Charles de Foucauld

Questo appunto, di una delle sue spedizioni scientifiche che diventeranno mistiche nel Sahara, chiarisce il senso delle sua conversione verso una filosofia di vita orientata a toccare l’assoluto con quel Dio che percepirà come universale e lo porterà ad agire per sempre nel segno di una fratellanza totale, ad oltranza. A 28 anni era tornato a Parigi quando era ormai chiaro in lui che tutto sarebbe cambiato. Nella sua conversione ebbe un ruolo cardine l’Abbé Huvelin e la frequentazione della Chiesa parigina di Sant’Agostino dove pure, una volta ordinato sacerdote (a 43 anni, il 9 giugno del 1901) Charles officio’ qualche volta la messa.

Il richiamo del deserto

Col sacerdozio Charles avverte la vocazione all’eremitaggio, ed eccolo andare a vivere fra i tuareg nel deserto del Sahara, a Beni-Abbès, nell’Algeria occidentale, dove creò un primo centro di ospitalità per i poveri. Ma la sua Algeria era anche quella dei Monti dell’Hoggar, l’eremo di Assekrem e poi Tamanrasset dove si compie il destino della sua scelta radicale, in fondo, di quella che si può definire una ribellione silenziosa davanti alle fatuità della società occidentale. Mentre il mondo è scosso dai sussulti della prima guerra mondiale il fortino che aveva eretto per difendere i poveri dai predoni del deserto venne violato e il ragazzo tuareg che lo teneva prigioniero esplose un colpo di fucile uccidendolo il primo dicembre del 1916.

Foucauld
San Charles deFoucauld

Il profeta che parlava pianissimo

Probabilmente il 15 maggio del 2022 con la definitiva canonizzazione, Charles de Foucauld non sarà più solo il profeta dei mistici, i generosi, gli umili, i preti operai, le religiose che hanno vissuto con gli zingari e i poverissimi di tutti i continenti, gli eremiti del XX secolo che dai loro rifugi di Spello e Assisi, insieme ai tanti altri luoghi di fratellanza e amore creati dai Piccoli Fratelli e dalle Piccole Sorelle nei luoghi più disperati del pianeta, hanno testimoniato con l’esempio e in punta di piedi, il loro amore per Fratel Charles, per l’umanità. In questo strano riflesso di un pubblico di estimatori che quasi non desiderava per lui l’alta soglia della santità sta ancora la sua capacità di eleggersi fra gli ultimi del pianeta per essere uno di loro. E sono certo che fra i tanti piccoli fratelli e le tante piccole sorelle sparse per il mondo nascerà adesso un sottile senso di gelosia con la determinazione a continuare a credere in Fratel Charles solo come un essere povero e solo, in questo sì grande fratello di quel San Francesco che sconvolse l’umanità trovando nell'amore la sola via del futuro.

Voler amare

De Foucauld ha condotto una vita di totale povertà, meditazione e preghiera diventando faro di spiritualità e misticismo. La vera grandezza del piccolo fratello Charles è stata far scaturire dal deserto una forza colossale, facendolo nell’inevitabile dolore del passaggio sulla Terra. Lo testimoniano ancora queste sue ulteriori parole: “Quando si può soffrire e amare si può molto, è il meglio di quanto si possa in questo mondo: si sente che si soffre, ma non si sente sempre che si ama ed è una grande sofferenza in più. Ma si sa che si vorrebbe amare e volere amare è già amare”.

Padre mio,

io mi abbandono a te,

fa’ di me quello che vuoi.

Qualsiasi cosa Tu faccia di me

ti ringrazio.

Sono pronto a tutto, accetto tutto.

Purché si compia in me la tua volontà,

in tutte le tue creature.

Non desidero altro, mio Dio.

Rimetto la mia anima nelle tue mani,

te la dono, mio Dio,

con tutto l'amore che ho nel cuore,

perché ti amo,

e perché ho bisogno di amore,

di far dono di me

di rimettermi nelle tue mani senza misura,

con infinita fiducia,

poiché Tu sei il Padre mio.
Preghiera dell’abbandono di Fra Charles de Foucauld
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