L'inchiesta, partita dalla Procura di Francoforte, riguarda almeno 22.000 vetture diesel Suzuki, su cui FCA avrebbe montato centraline "incriminate" per la riduzione fittizia delle emissioni, acquistate da Marelli Europe. Perquisizioni a Corbetta (Milano), in Germania e in Ungheria
Rischio di un nuovo "Dieselgate".
L'azienda Marelli Europe (ex Magneti Marelli) - produttrice di componentistica elettronica per auto, ora di proprietà giapponese (Caisonic Kaisei Corporation) - ha subito perquisizioni e acquisizioni di documenti da parte della Guardia di Finanza di Milano e Torino nell'ambito di una rogatoria istruita presso la Procura di Torino.
La perquisizione è finalizzata al sequestro della documentazione relativa alla fornitura di un software per le centraline di controllo delle emissioni di sostanze inquinanti di motori diesel a società dell'allora Gruppo FCA e, da queste, al Gruppo giapponese Suzuki.
Perquisizione a Corbetta, dichiarazioni Marelli e Stellantis
In Italia, la perquisizione è avvenuta soltanto nella sede di Corbetta (Milano), mentre a Torino è stato chiesto a Stellantis di consegnare documenti relativi ai rapporti tra la allora FCA, Magneti Marelli e Suzuki.
"Non commentiamo nel dettaglio, ma confermiamo la piena collaborazione con le autorità nella loro investigazione. Marelli è convinta di aver operato sempre nel pieno rispetto delle normative".
Questa **la dichiarazione ufficiale della Marelli.
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"FCA Italia - commenta Stellantis - è stata informata di una richiesta difornire informazioni e documenti in relazione a ulteriori attività di indagine della Procura di Francoforte, in merito all'utilizzo di software di controllo delle emissioni, presumibilmente inammissibili, nei motori diesel forniti alla Suzuki. Ciò fa seguito alle attività di indagine su accuse simili condotte nel 2020. La società continuerà a collaborare pienamente alle indagini in materia".
Intrigo internazionale
Perquisizioni sono avvenute anche nelle sedi Suzuki a Bensheim e Heidelberg, in Germania, e Esztergom, in Ungheria.
I magistrati di Torino hanno preso l'iniziativa, come previsto dalle norme sulla cooperazione giudiziaria internazionale, su richiesta della procura di Francoforte, che ha emesso un ordine di investigazione europeo.
Oltre alla Procura generale di Francoforte, per la Germania è coinvolta nelle indagini la polizia dell'Assia e per l'Ungheria la polizia della contea di Komárom-Esztergom.
Nella ricostruzione della Procura di Francoforte (Germania) - che ha emesso un ordine europeo di investigazione - Magneti Marelli produsse delle centraline responsabili della manipolazione dei valori e sulle emissioni inquinanti.
FCA poi acquistò i dispositivi e li montò sui motori diesel per Suzuki.
I dispositivi sarebbero stati costruiti in Italia e assemblati in Ungheria, in uno stabilimento del gruppo nipponico.
La notizia è stata diffusa da Eurojust, l'unità di cooperazione giudiziaria Ue, che assiste le autorità di Germania, Italia e Ungheria nell'operazione.
22.000 Suzuki "incriminate"
Sono almeno 22.000 le auto Suzuki "incriminate", che risultavano in regola con le emissioni inquinanti, senza esserlo realmente.
Il produttore di automobili giapponese, in Europa, ha sede in Germania e - dice Eurojust - dovrebbe essere a conoscenza del fatto che a partire dal 2018 i motori diesel sono stati equipaggiati con i dispositivi per "abbellire" le emissioni.
Il "Dieselgate" della Volkswagen
Il celebre scandalo ribattezzato "Dieselgate" scoppiò nel 2015, quando la casa automobilistica tedesca Volkswagen - scoperta dall'Agenzia statunitenste per la protezione dell'ambiente - ammise di aver manomesso 11 milioni dei suoi veicoli diesel, con un software che falsificava la quantità di emissioni inquinanti.