Nessuna tregua in Ucraina. Al contrario, "il rischio di una guerra mondiale è reale" dice il ministro russo Lavrov
"Il pericolo di un'ulteriore escalation è serio e reale".
Al terzo mese di guerra, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov non accenna a segnali di distensione e, anzi, non esclude che il conflitto in Ucraina possa essere l'innesco di una terza guerra mondiale.
In un'intervista alla televisione di stato russa, Lavrov ha dichiarato che i colloqui di pace tra Mosca e Kiev continueranno, ma ha accusato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di fare solo "finta di negoziare"
"Molti di noi - dice Lavrov - sono convinti che la vera posizione dell'Ucraina sia determinata a Washington, Londra e altre capitali occidentali, e quindi, dicono i nostri analisti politici, a cosa serve parlare con la squadra del presidente ucraino Volodymyr Zelensky? Dobbiamo parlare con gli americani, negoziare con loro, raggiungere una sorta di accordo. In realtà, noi continuiamo a negoziare con la delegazione che Zelensky ha proposto, questi contatti continueranno. Per quanto riguarda gli americani, qualsiasi manifestazione di interesse da parte loro - sull'Ucraina o su altre questioni - non sarà presa in considerazione".
Da parte sua Kiev ritiene che Mosca non persegua seriamente la strada dei negoziati.
Nel fine settimana le forze russe hanno sferrato l'attacco contro diverse città.
"I russi non saranno in grado di vincere" ha dichiarato Zelensky, che ha invitato i residenti a fare di tutto per rendere la presenza delle truppe russe in Ucraina "insopportabile".
"Tutti nel mondo, anche quelli che apertamente non ci sostenevano, ora sono d'accordo che è in Ucraina che si decide il destino dell'Europa, il destino della sicurezza globale e del sistema democratico" rimarca il presidente ucraino.
Mentre la guerra si intensifica a est, la Russia sembra concentrata sulla distruzione delle infrastrutture e sull'interruzione delle rotte di rifornimento militare da Paesi stranieri.
"I russi stanno in qualche modo bombardando caoticamente, non vediamo la logica di questi bombardamenti. Una volta sparano sulla ferrovia, un'altra volta sparano su alcuni impianti industriali, il giorno dopo sulle zone residenziali" spiega Iryna Ribakova, addetta stampa della "Brigata 93".
Lunedì l'esercito russo ha ammesso di aver distrutto sei infrastrutture ferroviarie in diverse regioni utilizzando armi di precisione. Distrutti anche due depositi di carburante. Le autorità locali dicono che i morti sarebbero almeno 5 e i feriti 18 dopo gli attacchi alle stazioni di Zhmerynka e Kozyatyn.