Ancora un report per lanciare l'allarme sul cambiamento climatico. L'IPCC avverte: "Perdita di biodiversità irreversibile"
Fino al 48% delle specie animali e vegetali è ad alto rischio di estinzione a causa del cambiamento climatico: un problema che già investe metà della popolazione mondiale, soprattutto nel sud del mondo e nelle piccole isole.
L'allarme è stato reiterato da un report del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC).
Già la vita quotidiana di almeno 3,3 miliardi di persone "è altamente vulnerabile al cambiamento climatico" con una probabilità 15 volte più grande di morire a causa di condizioni meteorologiche estreme, dice il rapporto, che sottolinea il numero sempre maggiore di migranti climatici, in fuga da territori devastati dagli eventi meteo estremi.
"Questo rapporto è un terribile avvertimento sulle conseguenze dell'inazione" ha detto Hoesung Lee, presidente dell'organismo che fa capo alle Nazioni Unite, "dimostra che il cambiamento climatico è una minaccia grave e crescente per il nostro benessere e per un pianeta sano. Le nostre azioni oggi modelleranno il modo in cui le persone si adattano e in cui la natura risponde ai crescenti rischi climatici".
"Questi potenziali cambiamenti irreversibili negli ecosistemi iniziano a minare i mezzi di sostentamento e quindi iniziamo ad affrontare una minaccia esistenziale - aggiunge Debra Roberts, co-presidente del gruppo di lavoro II dell'IPCC nonché ricercatrice specializzata in aree urbane e clima - Si tratta di una minaccia non solo per la natura, ma anche per le persone. E questo ci riporta alla constatazione, che dobbiamo affrontare entrambe le cose parallelamente".
Secondo il rapporto del gruppo intergovernativo, se il riscaldamento globale causato dall'uomo non verrà limitato urgentemente, una Terra ora colpita regolarmente da calore mortale, incendi, inondazioni e siccità nei decenni futuri si degraderà in 127 modi diversi, alcuni dei quali "potenzialmente irreversibili".
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto che il rapporto è un "atlante della sofferenza umana e un atto d'accusa schiacciante di una leadership climatica fallita".
Il capo delle Nazioni Unite ha anche avvertito che "la nostra continua dipendenza dai combustibili fossili rende l'economia globale e la sicurezza energetica vulnerabile agli shock geopolitici e alle crisi", in un commento sottilmente legato al conflitto in Ucraina.