Il governo serbo ha dichiarato ufficialmente che cancellerà tutte le licenze in Serbia della multinazionale mineraria anglo-australiana Rio Tinto, dopo che migliaia di persone, per mesi, hanno protestato per la ventilata costruzione di una miniera di litio a Loznica, al confine con la Bosnia.
Una grande vittoria per gli ambientalisti, serbi e di tutto il mondo.
Il governo serbo ha dichiarato ufficialmente la fine del "Progetto Jadar" e la cancellazione di tutte le licenze in Serbia della multinazionale mineraria anglo-australiana Rio Tinto, dopo che migliaia di persone, per mesi, hanno protestato per la ventilata costruzione di una miniera di litio a Loznica, al confine con la Bosnia.
La dichiarazione della premier Ana Brnabić:
"Abbiamo soddisfatto tutte le richieste delle proteste ambientaliste e messo fine alla presenza di Rio Tinto nella Repubblica di Serbia. Tutto è finito. È finito!"
"Non abbiamo paura di Rio Tinto e delle sue denunce. Siamo qui per il nostro popolo e il nostro paese. Possono fare quello che pensano di dover fare. Questa è la decisione finale del governo della Repubblica di Serbia".
Negli ultimi mesi, a Belgrado (anche davanti al quartier generale del governo) e in altre città della Serbia, le proteste contro la costruzione della miniera di litio hanno bloccato praticamente l'intero paese, costringendo lo stesso presidente Aleksandar Vučić - che si era inizialmente scagliato contro i manifestanti - a cambiare idea e a rinunciare ad un'operazione da quasi 2 miliardi e mezzo di dollari.
Troppo forte la pressione popolare e i timori degli abitanti della Serbia Occidentale, dove si trova Loznica, il paese in cui sarebbe stata costruita la cava.
Secondo i residenti della regione e gli attivisti (in particolare il gruppo Ecological Revolt), lo sfruttamento della miniera avrebbe avuto un forte impatto negativo sull'equilibro ambientale, con conseguenze anche sulla salute dei cittadini.
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