Obbligo vaccinale, la frenata dell'Oms: "deve restare l'ultima spiaggia"

Obbligo vaccinale, la frenata dell'Oms: "deve restare l'ultima spiaggia"
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Secondo il direttore per l'Europa, Hans Kluge, i governi dovrebbero tener presente l'effetto potenzialmente deleterio sulla fiducia dei cittadini

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Se ne parla in Austria, Germania,Repubblica Ceca e in parecchi altri paesi investiti dalla nuova ondata. Ma se l l'obbligo vaccinale in Europa sembra ormai destinato a diventare realtà, una brusca frenata è arrivata proprio dal direttore europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità, Hans Kluge, secondo il quale questo tipo di misura - che rischia di deteriorare il rapporto tra cittadini e istituzioni - dovrebbe rimanere l'ultima spiaggia nella lotta al virus.

"Gli obblighi di vaccinazione sono l'ultima risorsa assoluta e sono applicabili solo quando tutte le altre opzioni possibili per migliorare la diffusione della vaccinazione sono andate esaurite" ha detto Kluge in conferenza stampa, sottolineando come, nel conto delle considerazioni "oltre all'effetto che l'obbligatorietà della vaccinazione avrebbe sui tassi di immunizzazione, andrebbe messo anche quello sulla fiducia dei cittadini, nel rapporto con i rispettivi governi".

Scelte contestuali

Considerazioni che fanno in effetti il paio con il recente rapporto dei servizi segreti tedeschi, secondo il quale il contraccolpo dell'obbligo vaccinale sarebbe un'ulteriore radicalizzazione delle frange più oltranziste dei movimenti "no-vax".

Secondo il dirigente, ogni scelta che abbia l'effetto "di restringere i diritti o la libertà di movimento dei cittadini" dovrebbe essere compiuta tenendo in conto tre fattori fondamentali: il contesto di partenza, le ricadute sociali e il benessere psicologico delle persone.

"L'obbligo si è dimostrato efficace in alcune situazioni, per aumentare il numero di vaccinati" ha sottolineato Kluge. "Ma si tratta di un'efficacia legata al contesto, e ciò che è accettabile in una specifica società può non essere accettabile o efficace in un'altra".

Proteggere i bambini

Molto più ottimistiche sono invece le considerazioni sull'estensione della vaccinazione ai minori dai 5 ai 14 anni, attualmente i principali vettori nella trasmissione del virus.

"Come parte delle misure di protezione nelle scuole - ha detto Kluge - la vaccinazione dei bambini più piccoli non solo riduce il loro ruolo nella trasmissione di COVID 19, ma li protegge anche dalla gravità pediatrica, sia associata alla COVID lunga che alle sindromi infiammatorie multisistemiche"

Kluge ha però ricordato come test e mascherine restino il primo strumento per limitare la diffusione nelle scuole: secondo il drigente Oms, questi presidi dovrebbero essere onnipresenti, soprattutto nelle fascia 5-14 anni, che registra i tassi più alti in assoluto di crescita dell'infezione

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