Afghanistan, la storia di Emal che ha perso 10 familiari nel raid USA

Afghanistan, la storia di Emal che ha perso 10 familiari nel raid USA
Diritti d'autore Euronews
Diritti d'autore Euronews
Di anelise borges
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Afghanistan, la storia di Emal che ha perso 10 familiari nell'ultimo raid USA. Emal era un ex interprete dell'esercito americano, aveva chiesto un visto speciale per lasciare il Paese. Adesso non cerca vendette ma fa un appello al buon senso

PUBBLICITÀ

 Il volto della guerra in Afghanistan è quello di Emal Ahmadi, che  nell'ultimo raid americano ha visto morire 10 membri della sua famiglia, tra gli altri anche la figlioletta.I 

Emal Ahmadi non vide la scena dell'attacco alle torri gemelle, 20 anni fa, all'epoca il Paese era sotto il controllo dei Talebani e avere un televisore non era permesso.

Lo annunciarono però alla radio. E da quel giorno il corso della vita di tutti gli afghani è cambiato.

 Emal elenca alla nostra inviata Anelise Borges i nomi delle dieci persone morte sotto i colpi statunitensi.

"Questa era la scarpa di mia figlia".

Sono gli ormai noti danni collaterali: le forze americane hanno spiegato che l'attacco era rivolto contro un'autobomba che doveva attaccare l'aeroporto di Kabul.

“Anelise, vede terroristi qui? È stato un errore prendere di mira i civili, come lei stessa ha detto è stato un errore".

La guerra per l'attacco alle Torri gemelle è stata ta la più sanguinosa per gli USA, è costata oltre 2.500 militari agli Stati Uniti. Si stima che circa 150 mila afghani abbiano perso la vita. Un record che ha contribuito ad alimentare l'ideologia e l'odio che l'America aveva cercato di sconfiggere andando in Afghanistan.

 Con un filo di voce Emal Ahmadi lancia il suo appello agli USA: "Il mio messaggio agli USA è che facciano attenzione in Afghanistan, che non facciano errori, la famiglia per noi è importante e perdere un membro delle nostre famiglie è molto doloroso".

Emal non vuole vendette, era un interprete per l'esercito americano e aveva fatto domanda per un visto speciale voleva lasciare l'Afghanistan. Ora, dice, quei piani sono andati in frantumi, sepolti con i corpi dei suoi cari.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Afghanistan, la condanna Onu della repressione talebana

Usa, l'ex vicepresidente Pence: "Io contro l'isolazionismo, dobbiamo sostenere gli alleati"

Aiuti all'Ucraina, martedì il voto al Senato Usa. Mosca a Washington: "Sarà un altro Vietnam"