Afghanistan, la condanna Onu della repressione talebana

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Repressione violenta da parte dei talebani nei confronti del dissenso, scoppiato nei giorni scorsi in Afghanistan. Sono 4 i morti durante le recenti manifestazioni. La condanna delle Nazioni Unite

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In poco più di 24 ore due voli sono partiti da Kabul: dopo i 100 passeggeri, tra cui alcuni americani che hanno lasciato l'Afghanistan, nelle scorse ore è stata la volta di diversi franco-afghani, arrivati a Doha a bordo di un volo charter, il secondo a trasportare dei cittadini stranieri dopo le evacuazioni terminate il 30 agosto.

Israrullhaq Ouriakhil è un cittadino franco-afghano che è riuscito a lasciare il Paese: "Il solo fatto di essere in Afghanistan era un pericolo perché non sapevamo se saremmo sopravvissuti fino all'indomani, costretti a vivere giorno per giorno", dice.

La condanna delle Nazioni Unite

L'Onu ha condannato i talebani per la loro "risposta sempre più violenta" al dissenso: gli islamisti hanno usato manganelli, fruste e munizioni vere contro i manifestanti, uccidendo quattro persone durante le recenti proteste per il rispetto dei diritti civili.

"Chiediamo ai talebani di cessare immediatamente l'uso della forza e la detenzione arbitraria di coloro che esercitano il loro diritto di riunirsi pacificamente e dei giornalisti che raccontano le proteste", ha detto una portavoce dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani in un comunicato stampa.

Usa, ''sforzo storico'' per trasferire i rifugiati

Molti degli sfollati afghani che sono arrivati negli Stati Uniti sono adesso accolti alla base militare di Fort Bliss a El Paso, Texas: è la prima volta che ai media è stato consentito l'accesso a una delle otto installazioni destinate all'accoglienza.

Quasi 10.000 sfollati afgani soggiornano nella base mentre sono sottoposti a controlli medici e di sicurezza prima di essere reinsediati negli Stati Uniti.

L'operazione è stata descritta da funzionari del Dipartimento della Sicurezza Nazionale e del Dipartimento di Stato come uno sforzo "storico" e "senza precedenti" per facilitare il trasferimento di un enorme numero di rifugiati in meno di un mese.

Chi è restato e chi è accampato alle porte dell'Europa

Centinaia di persone che invece non sono riuscite a lasciare l'Afghanistan vivono in condizioni deplorevoli nello Shar- e Now, un parco di Kabul: scappati dalle loro province con l'avanzata dei talebani, sono adesso esposti alla loro violenza.

Altre famiglie sono accampate nella Bosnia nordoccidentale, vicino al confine croato, che cercano di attraversare prima dell'inverno nonostante i ripetuti respingimenti della polizia .

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