Afghanistan: i Talebani ora rincorrono una parvenza di normalità

22 agosto 2021: donne a passeggio in una strada di Kabul
22 agosto 2021: donne a passeggio in una strada di Kabul Diritti d'autore Rahmat Gul/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Antonio Michele Storto
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Mentre banche e uffici governativi restano chiusi e ci si attende un'impennata dell'inflazione, il gruppo ha convinto i negozianti a riaprire. Un video ritrae ragazze andare a scuola a Kunduz, ma nessuno può assicurarne la veridicità

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Ai negozianti hanno assicurato che non ci saranno saccheggi e che la gente sarà al sicuro per le strade: il che è vero soprattutto per coloro che eviteranno di dissentire con il nuovo regime, o che si sono astenuti dal collaborare con gli "stranieri".

Una settimana dopo aver ripreso il controllo sulla maggior parte dell'Afghanistan, i Talebani cercano ora di proiettare sul paese una parvenza di normalità. Hanno voluto cominciare proprio dai negozianti, che con il precipitare degli eventi, a metà agosto avevano iniziato ad abbassare le saracinesche.

Verso di loro, le rassicurazioni dei combattenti sembrano aver sortito un certo effetto, visto che a Kandahar, Jalalabad e nella stessa Kabul i negozi sono tornati a riaprire.

"Quando i talebani sono arrivati - spiega Fareed Ahmad, negozianti di Kandahar, città in cui i Taliban godono da sempre di un certo ascendente sulla popolazione - avevamo chiuso per paura di saccheggi, ma da oggi abbiamo riaperto i nostri negozi, e di questo al momento siamo felici".

"Tutti dovrebbero riaprire i loro negozi e continuare il loro lavoro" ha spiegato all'Associated Press un combattente, nella stessa città. "Noi assicuriamo alla gente che non ci saranno problemi di sicurezza: e se dovessero presentarsene, invitiamo tutti a rivolgersi al nostro dipartimento più vicino. Saremo disponibili giorno e notte".

Un paese fermo

Ma non c'è persuasione che tenga rispetto alla chiusura di banche e uffici governativi.

Gli Stati Uniti hanno congelato oltre 9 miliardi di riserve dell'Afghanistan, lasciando di fatto le banche a secco. Di fronte a questo - come la sorsa settimana aveva spiegato un trafelato Ajmal Ahmady, Governatore della Banca centrale**,** che in una serie di tweet divenuti subito virali aveva dato ai guerriglieri una lezione intensiva di finanza statale - tenere i negozi aperti servirà a poco, dal momento che gli sconvolgimenti politici, il congelamento degli asset e l'assenza di liquidità sono quasi certamente destinati a far lievitare l'inflazione e dunque il prezzo di cibo e beni di prima necessità.

Nel frattempo, la mancanza di un esecutivo, che si prolungherà almeno per le prossime settimane, ha lasciato chiuse anche le porte degli uffici amministrativi: il che sta mettendo a dura prova la pazienza di molti afghani.

"C'è bisogno almeno di un piano provvisorio - spiega un residente - per svolgere i compiti nei dipartimenti come sempre: la gente delle province viene a Kabul per risolvere i suoi problemi, ma purtroppo le porte dei ministeri e dei dipartimenti governativi sono sbarrate".

Propaganda?

E se i talebani continuano a giurare che le loro pattuglie sono in strada per la sola sicurezza della popolazione, si fanno sempre più insistenti le testimonianze di rastrellamenti con i quali si starebbe dando la caccia a coloro che hanno collaborato con gli stranieri e il vecchio governo.

Per ammorbidire la diffidenza internazionale, il gruppo fondamentalista ha perfino pubblicato un video che ritrae ragazze che vanno a scuola nella provincia settentrionale di Kunduz. Ma nessuno può realmente dire se il filmato sia stato inscenato o meno; né sapere cosa venga eventualmente insegnato nelle scuole, in questa nuova fase del paese

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