La California copre l'80% della produzione mondiale di mandorle. Il cambiamento climatico, la siccità e la gestione delle risorse idriche nazionali sul banco degli imputati
La siccità che affligge la California per il secondo anno consecutivo sta mettendo in ginocchio una delle più floride industrie del Paese, quella delle mandorle.
Con un giro d'affari di sei miliardi di dollari, i mandorli californiani coprono l'80% della produzione mondiale del seme commestibile, molto richiesto dall'India, primo mercato dello Stato americano, e dall'Unione europea, in particolare da Germania e Olanda.
Sul banco degli imputati sono il cambiamento climatico, e la gestione delle risorse idriche nazionali. Alcuni campi sono stati creati in aree che non possono contare su un approvigionamento idrico sostenibile. Il business della mandorla ha visto salire la produzione da circa 168 milioni di chili nel 1995 a 1,4 miliardi di chili nel 2020, passando da 1958 a 6475 chilometri quadrati di terre ad essa destinate.
I mandorli richiedono acqua tutto l'anno, che oltre a ridursi sta diventando più cara. Numerosi agricoltori hanno già cominciato a smettere di irrigare i loro terreni, e i droni restituiscono le immagini di cimiteri di alberi. Data l'importanza del mercato californiano, questa crisi comporterà invitabilmente un aumento del costo globale delle mandorle.