Con Biden cambia musica nella relazioni transatlantiche ma c'è preoccupazione per la gestione dello scacchiere diplomatico orientale con Cina e Russia in ruoli interattivi complessi
Il clima cordiale fra il presidente Usa Joe Biden e i reali del Belgio è fra i tanti segnali di una nuova era di relazioni transatlantiche più costruttive come sostengono molti analisti come Sven Biscop, dell' Egmont Institute on International Relations a Bruxelles: "Non basta più dire 'siamo gli Stati Uniti, siamo l'Ue. Non siamo la Cina o la Russia'. Penso che l'opinione pubblica nei nostri paesi, ma anche nel resto del mondo non si aspetti di sentire quello che non siamo. Si aspettano di sentire da noi cosa siamo disposti a offrire al mondo, qual è il nostro progetto per il mondo".
L'era Trump veramente archiviata?
Gli fa eco Bruno Lete, Senior Fellow al German Marshall Fund: "Gli europei hanno accolto con favore il ripristino delle relazioni Usa-Ue. Molti ricordano anche il trauma dell'era Trump. Ricordano che tutto quello che era stato costruito in 70 anni veniva negletto negli anni della presidenza Trump e alcuni europei già pensano al 2024, alle prossime elezioni presidenziali statunitensi. Biden vincerà, resterà, verrà qualcun altro? E così tanti europei si avvicinano alla partnership transatlantica con questa attitudine". Le sfide restano quelle della complessa situazione internazionale in cui la Cina gioca un ruolo sempre più dominante ed è questo che preoccupa e ricompatta la politica occidentale.