Gli algerini disertano le urne alle legislative. Gli oppositori: "Clima di repressione"

Gli algerini disertano le urne alle legislative. Gli oppositori: "Clima di repressione"
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Di Giulia Avataneo

L'affluenza nelle prime rilevazioni si ferma al 14,5%, ma nei bastioni dell'opposizione non raggiunge l'1%

L'invito al boicottaggio da parte del movimento della primavera algerina del 2019 ha avuto il suo effetto sabato, nel giorno delle elezioni legislative del più grande Paese africano.

Dopo la chiusura delle urne la prima rilevazione segnava un'affluenza di appena il 14,5% dei 24 milioni di elettori. Alcune regioni, in particolare in Kabylie, un bastione dell'opposizione a est della capitale algerina, hanno avuto un'affluenza alle urne inferiore all'1%.

L'appuntamento era importante, come prima elezione dalla deposizione del presidente autocrate Abdelaziz Bouteflika. Nelle intenzioni del suo successore, Abdelmadjid Tebboune, avrebbe dovuto disegnare la Nuova Algeria, premiando candidati giovani e indipendenti. Per legge infatti la metà dei candidati che si sono presentati deve avere un'età inferiore ai 40 anni.

Clima di repressione

Ma il clima di repressione che l'ha preceduta ha spinto il movimento di piazza Hirak a disertare le urne. Le manifestazioni settimanali di protesta sono state vietate e diversi esponenti dell'opposizione e giornalisti sono stati arrestati. Il militante Karim Tabbou e il giornalista direttore di radio M Ihsane El Kadi sono due tra le persone fermate. Si teme anche per il giornalista indipendente Khaled Drareni, che non risponde più al telefono, scrive France Presse.

Tredicimila candidati

L'Algeria è andata alle urne sabato per le prime elezioni legislative dell’era post Abdelaziz Bouteflika, il padre padrone del Paese al potere per più di due decadi. L'ex presidente è stato costretto alle dimissioni dalla pressione della piazza e da una definitiva spallata dell'esercito, che ora promette neutralità.

Ma gli algerini non si fidano del governo e delle elezioni anticipate messe in atto dal presidente Tebboune. Dopo le Presidenziali del 2019 e il referendum di revisione costituzionale del 2020, i militanti temono che il voto delle legislative sia un'occasione di rafforzare la presa di Tebboune sulle istituzioni. L'Algeria è una repubblica presidenziale e il nuovo parlamento non potrà incidere in modo significativo.

In palio ci sono i 407 seggi dell'Assemblea nazionale del popolo, contesi da 1500 liste e 13mila candidati, che per lo più si dichiarano indipendenti.

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