Vjosa Osmani eletta presidente del Kosovo al terzo turno di voti parlamentari. Battuto il blocco politico attorno agli ex guerriglieri indipendentisti dell'Uck. Ue e Usa sperano che sia la volta buona per una stretta di mano definitiva tra Pristina e Belgrado
Con l'investitura della presidente, Vjosa Osmani Sadriu, il Kosovo ha una svolta moderata. Liquida il blocco politioco degli ex guerriglieri dell'Uck e sceglie l'erede politica del padre conciliante dell'indipendentismo kosovaro, Ibrahim Rugova. Soddisfazione di Usa e Unione europea.
Necessari tre turni di voti parlamentari affinché Osmani diventasse Capo dello Stato.
Bruxelles e Washington sperano che il cambiamento al vertice risolva la crisi politica del Paese balcanico che dura quasi due anni.
I Ventisette e l'amministrazione Biden vedono inoltre la momentanea frenata dei partiti della galassia ex-Uck come un progresso per la ripresa dei negoziati tra Pristina e Belgrado.
La Serbia non ha ancora riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, sua ex provincia autonoma ai tempi della Jugoslavia.
In Kosovo c'e anche una minoranza serba che avrebbe favorito a favore di Osmani l'avvicendamento alla presidenza.
Usa e Ue contano sulla stabilizzazione dei Balcani occidentali e la ripresa dei negoziati di adesione all'Unione europea.
Vjosa Osmani aveva assunto provvisoriamente il ruolo di Capo dello Stato a novembre, dopole dimissioni di Hashim Thaci provocate dalle accuse di crimini di guerra e contro l'umanità da parte del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia dell'Aja.