Almeno 40 omicidi dall'inizio dell'anno sono avvenuti nel campo siriano di Al-Hol, dove vivono i familiari dei combattenti dello Stato Islamico, anche cittadini stranieri, molte donne e bambini. Contro le vendette dell'Isis è scattata un'operazione di sicurezza della coalizione internazionale.
"Operazione di sicurezza" nel campo rifugiati di Al-Hol, nel nord della Siria.
È scattata domenica, sotto la guida delle forze curde (SDF e YPG) presenti sul territorio siriano.
Il campo ospita un gran numero di parenti di combattenti del sedicente "Stato Islamico", compresi cittadini stranieri (i "Foreign Fighters") e bambini, il cui rimpatrio ha suscitato un acceso dibattito in Europa.
Vendette dell'Isis
Recentemente il campo di Al-Hol è stato scosso da un'ondata di violenza e omicidi, con vittime anche donne, ragazzi e bambini, di cui sono stati incolpati gruppi armati legati all'Isis.
Sono state arrestate almeno 30 persone, sospettate di appartenere a gruppi jihadisti.
Si è trattato di un'operazione condotta dai curdi in collaborazione con la coalizione internazionale anti-Isis (Combined Joint Task Force's Operation Inherent Resolve - CJTF-OIR) guidata dagli Stati Uniti.
L'operazione è stata confermata anche dall'Osservatorio siriano per i Diritti Umani.
Anche l**'Unicef**, lo scorso 24 marzo, aveva lanciato l'allarme su vendette che erano state già compiute e che potevano ancora essere messe in atto nel campo di Al-Hol, persino ai danni di minorenni.
Secondo i dati ufficiali, dall'inizio dell'anno sono stati compiuti 40 omicidi, 16 soltanto nel mese di marzo.
Secondo il quotidiano inglese "The Guardian", dopo l'operazione al campo di Al-Hol le milizie curde continueranno la caccia a cellule dormienti dell'Isis anche in altre aree della Siria.
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