Una trentina di bimbi hanno viaggiato da Baghdad a Mosca, sono figli di jihadisti russi detenuti a Baghdad. I servizi russi lanciano l'allarme sul rientro di circa 2000 famigliari di combattenti
Per molti di loro forse sarà stato il primo volo della vita: da Baghdad a Mosca con un biglietto di sola andata. Nella capitale russa sono arrivati lunedì sera stretti nei loro cappotti, in braccio a qualcuno che non è la mamma.
Sono i figli dei foreign fighter russi: una trentina di bambini che sono stati rimpatriati mentre le loro madri jihadiste si trovano in stato di arresto in Iraq.
La Russia, differentemente da altri Paesi e nonostante il rischio evidenziato anche dai servizi segreti in report recenti, ha da sempre adottato la dottrina del rimpatrio dei famigliari dei jihadisti, e già 122 minori sono tornati a casa; molti di loro si trovano nelle repubbliche ex sovietiche a prevalenza musulmana del Caucaso, come la Cecenia: luoghi da cui sono partiti in tanti per unirsi allo stato islamico.
All'inizio di novembre** il capo dei servizi segreti russi (FSB), Alexander Bortnikov ha insistito sui rischi posti dal possibile ritorno in Russia di 2.000 donne e bambini di jihadisti russi.**
Per saperne di più leggi: "Foreign fighter, cosa fare con i combattenti di ritorno".