Iraq, Papa Francesco incontra il leader sciita

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Di Sofia Nitti e Redazione italiana
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È il primo Pontefice a recarsi in questo Paese martoriato dai conflitti

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È durato 40 minuti lo storico incontro di Papa Francesco con la massima autorità religiosa degli sciiti, il Grande Ayatollah Al-Sistani. L'incontro, di carattere privato, si è tenuto nella casa del leader religioso, nella città santa di Najaf, al Sud dell'Iraq, nel secondo giorno della visita del Papa in Iraq. Si tratta di uno dei principali appuntamenti del suo viaggio. Durante l'incontro il Papa ha ringraziato il Grande Ayatollah perché, assieme alla comunità sciita, di fronte alla violenza, ha levato la sua voce in difesa dei più deboli e perseguitati, affermando la sacralità della vita umana e l'importanza dell'unità del popolo iracheno". Il Papa ha sottolineato "l'importanza della collaborazione e dell'amicizia fra le comunità religiose perché, coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire al bene dell'Iraq, della regione e dell'intera umanità" riferisce il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni aggiungendo che "l'incontro è stata l'occasione per il Papa di ringraziare il Grande Ayatollah Al-Sistani perché, assieme alla comunità sciita, di fronte alla violenza e alle grandi difficoltà degli anni scorsi, ha levato la sua voce in difesa dei più deboli e perseguitati, affermando la sacralità della vita umana e l'importanza dell'unità del popolo iracheno". Nel congedarsi dal Grande Ayatollah, il Papa "ha ribadito la sua preghiera a Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità per l'amata terra irachena, per il Medio Oriente e per il mondo intero", conclude Bruni. 

Subito dopo si è recato all'interreligioso ad Ur dei Caldei. Ostilità, estremismo e violenza non nascono da un animo religioso: sono tradimenti della religione. Queste in sintesi le parole del Papa in una terra martoriata dai conflitti etnici e religiosi. 

Noi credenti non possiamo tacere quando il terrorismo abusa della religione. Sta a noi dissolvere con chiarezza i fraintendimenti. Non permettiamo che la luce del Cielo sia coperta dalle nuvole dell'odio! Sopra questo Paese si sono addensate le nubi oscure del terrorismo, della guerra e della violenza.
Papa Francesco

La prima volta di un Papa in Iraq

Ha ricevuto un accoglienza entusiasta Papa Francesco, fin dall'atterraggio a Baghdad in questo viaggio senza precedenti nell'Iraq martoriato da conflitti etnici e religiosi, Accolto con tutti gli onori dal Presidente iracheno Salih, il Pontefice ha chiarito con grande eloquenza il senso di questa visita

"Tacciano le armi" ha detto, di fronte agli uomini delle istituzioni irachene. "Che la loro diffusione sia frenata, qui e ovunque! La religione, per sua natura, deve essere al servizio della pace e della fraternità. Il nome di Dio non può essere usato per giustificare atti di omicidio, esilio, terrorismo e oppressione".

Cristiani in festa

La comunità cristiana ha salutato con enorme entusiasmo Francesco, primo pontefice a recarsi in questo paese, culla delle religioni monoteiste.

Andrew Medichini/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
Papa Francesco pronuncia il suo discorso durante un incontro con vescovi e sacerdoti, presso la cattedrale Sayidat al-Nejat (Nostra Signora della Salvezza), a Baghdad, IraqAndrew Medichini/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.

"Non riusciamo a esprimere tutta la nostra gioia - ha detto a Euronews Rafif Issaa, cittadina di Baghdad - perché questo è sicuramente un evento storico che continueremo a ricordare. Tutti gli iracheni sono felici, non solo i cristiani. Speriamo che sia un giorno benedetto per noi e per tutto il popolo iracheno".

I cristiani in Irak hanno affrontato grandi problemi dal 2003 e nel complesso questa comunità è diminuita del 90% negli ultimi 15 anni. Ma quello che si concluderà domenica sarà un evento marcatamente ecumenico, che culminerà con l'incontro con l'Ayatollah al Sistani, guida della maggioranza sciita del paese.

Un momento davvero importante e simbolico per questa visita che intende intensificare il dialogo interreligioso, soprattutto tra cristiani e musulmani.

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