La telenovela ecclesiastica sullo scisma delle suore di Burgos prende una nuova piega con l'arresto di Laura García de Viedma, che ha cercato di vendere le opere d'arte del convento
La Guardia Civil ha fatto irruzione al convento noto come “La Bretonera”, con l’obiettivo di arrestare Laura García de Viedma, ex‑badessa nota come suor Isabel, nell’ambito di un’inchiesta per contrabbando di beni d’arte e patrimonio storico‑artistico.
Le religiose coinvolte fanno parte di una comunità di suore che, dal maggio 2024, si è dichiarata in rottura con la Chiesa cattolica: hanno rifiutato l’autorità del Papa e si sono poste sotto la giurisdizione di un presunto “vescovo” scomunicato, Pablo de Rojas Sánchez‑Franco, fondatore della cosiddetta “Pía Unión de San Pablo Apóstol”.
Secondo l’accusa, suor Isabel avrebbe cercato di vendere oggetti che appartenevano al patrimonio della comunità religiosa, non in suo possesso legittimo, tra cui opere d’arte e lingotti d’oro, con l’intento di finanziare l’acquisto di un altro monastero, a Orduña.
Contestualmente all’arresto della ex‑badessa, un antiquario è stato fermato con l’accusa di aver partecipato alla compravendita illecita dei beni. Il procedimento è in corso su ordine del tribunale di Briviesca, dopo una denuncia presentata da un anonimo non legato alle cause ecclesiastiche originarie.
Il caso segue una lunga disputa iniziata con la rottura ufficiale del 2024: le 16 suore clarisse di Belorado e Orduña hanno annunciato la loro uscita dalla Chiesa, suscitando scomuniche, accuse di scisma e un contenzioso legale per la proprietà dei monasteri.
L’arresto di oggi segna un capitolo drammatico in questa vicenda fatta di credo religiosi, beni storici e conflitti civili. Le autorità indagano ora sulla possibile estensione della rete di ricettazione e sui legami economici che avrebbero permesso il traffico di opere e materiali appartenenti a un patrimonio riconosciuto come ecclesiastico.