L'ex Amministratore Delegato di Audi, Rupert Stadler, rischia fino a 10 anni di carcere nel processo "Dieselgate" iniziato oggi a Monaco di Baviera. Accusato di frode, emissione di certificati falsi e pubblicità ingannevole, Stadler si difende: "Ho saputo tutto solo dopo lo scoppio dello scandalo".
Per la prima volta in Germania inizia il processo sullo scandalo "Dieselgate".
L'ex numero 1 di Audi, Rupert Stadler (57 anni), è l'imputato principale del processo che è cominciato mercoledi al Tribunale Regionale di Monaco di Baviera, cinque anni dopo lo scandalo "Dieselgate" che travolse la Volkswagen.
Emissioni "taroccate"
Stadler è a processo insieme a Wolfgang Hatz, ex Direttore Generale Audi e Porsche, e altri due imputati, ex ingegneri di spicco del gruppo tedesco.
Gli ingegneri sono accusati di aver sviluppato i motori diesel che hanno sì rispettato i test sui gas di scarico, ma con una funzione di spegnimento illegale, emettendo, però, più sostanze inquinanti sulla strada.
Il gruppo Volskwagen aveva già ammesso di aver installato questi dispositivi in 11 milioni di veicoli in tutto il mondo, immatricolati in particolare in Europa e Stati Uniti.
Frode, emissione di certificati falsi, pubblicità ingannevole
Stadler - che si difende dicendo di aver saputo delle manipolazioni meccaniche solo dopo lo scoppio del "Dieselgate" - è accusato di aver fermato troppo tardi la produzione di questi veicoli, modificati proprio per aggirare le norme sulle emissioni.
Stadler è formalmente accusato di frode, emissione di certificati falsi e pubblicità ingannevole. Rischia fino a 10 anni di carcere.
La sentenza è attesa entro il 2022.
Poi toccherà a Winterkorn...
Un altro top manager di altissimo profilo è coinvolto nel "Dieselgate".
Andrà a giudizio anche l'ex Amministratore Delegato di Volkswagen, Martin Winterkorn: il processo che lo riguarda inizierà l'anno prossimo.