A Van, in Turchia, le tombe dei migranti che hanno perso la vita tentando di attraversare il lago al confine
Un cimitero improvvisato, per tombe senza nome. Sta sorgendo a Van, in Turchia, dove continuano a essere recuperate le vittime del naufragio di un battello sul lago avvenuto alla fine di giugno. La barca con 20 posti aveva a bordo almeno 60 migranti, quasi tutti pakistani e afghani provenienti dal vicino Iran.
Il lago di Van è attraversato da flussi di migranti e richiedenti asilo che scappano da conflitti e violenze che da decenni insanguinano la regione.
Abbas Khasimi ha lasciato l'Afghanistan con la famiglia. "Con i trafficanti avevamo concordato il viaggio fino in Grecia, ma abbiamo deciso di aspettare qui, per proteggere mia moglie e i miei figli, perché il viaggio fin qui è stato troppo pericoloso. Però vedremo sempre di arrivare in Europa".
Sulle sponde del lago di Van il flusso di migranti è così nutrito da aver generato vere e proprie reti di contrabbandieri già attivi sui due lati del confine che sfruttano le migrazioni per fini economici.
Il lago di Van è il più grande specchio d'acqua interno alla Turchia nell'est del Paese. I migranti lo attraversano per non incappare nei checkpoint sulle sue sponde.