Le implicazioni politiche mondiali del Covid
Le inevitabili implicazioni politiche di un'epidemia. Il dipartimento di Stato Usa, afferma che ci sono indizi importanti, per sostenere che il covid sia il prodotto di un laboratorio cinese, della regione di Wuhan.
Ma il segretario di stato, Mike Pompeo, non precisa se sia il frutto di negligenza o dolo. Di certo, se il resto dei Paesi dovesse aderire a questa tesi, la Cina si troverebbe pericolosamente isolata, con eventuali danni materiali e morali da risarcire.
Dice Pompeo che:
"è una minaccia, è una pandemia ancora attiva. E il Partito comunista cinese continua a impedire al mondo occidentale, e ai migliori scienziati mondiali, di avere i dati necessari a ricostruire l'accaduto. Non c'è risposta, quindi, perché il Partito comunista cinese rifiuta di cooperare con gli esperti scientifici internazionali"
Ci sono stati finora 66 mila morti negli Usa. Una cifra che al di là della statistica delle emozioni, assume una rilevanza politica sia sul piano nazionale, in vista delle probbaili presidenziali di novembre che sul piano internazionale, nella ruvida dialettica del riaggiustamento dei rapporti tra Washington e Pechino.
In poche parole, siamo sull'orlo di un regolamento di conti commercaile di vasta entità.
Nonostante le cifre allarmanti e le tensioni che ne conseguono, negli americani delle metropoli, come New York, sembra prevalere il richiamo delle grandi praterie, e dei ritrovi di gruppo.