Covid 19, ecco chi vuole bene all'Italia, chi un po' meno: la mappa degli aiuti

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Di Stefania De Michele
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Aiuti all'Italia colpita da Covid 19: la geografia della solidarietà in Europa e non solo

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L'ultimo carico è partito da Bratislava: un aereo con 300.000 mascherine chirurgiche e 500 litri di concentrato disinfettante, per un valore di 316.000 euro, dono del Governo slovacco all'Italia, in trincea nella battaglia contro il coronavirus.
L'invio degli aiuti è stato organizzato su iniziativa del ministero dell'Interno e del ministero degli Esteri slovacco. Presente all'aeroporto di Bratislava, al momento della partenza, l'ambasciatore d'Italia in Slovacchia Gabriele Meucci, insieme al ministro degli Esteri Ivan Korcok e al ministro dell'Interno Roman Mikulec.
È solo l'ultima delle spedizioni che ha avuto come destinataria l'Italia dove sono stati distribuiti oltre 90 milioni di dispositivi medici, proveniente da decine di Paesi: mascherine, respiratori, guanti, calzari (il monitoraggio in un sito allestito dalla presidenza del Consiglio).

Non è tutto oro quello che luccica

L'elenco di chi vuole bene all'Italia è lungo, ma ci sono delle distinzioni da fare: secondo il ministero degli Esteri, nel materiale ricevuto e catalogato come ''aiuti'' rientrano sia donazioni che acquisti di forniture (come le commesse firmate con le aziende cinesi per l'acquisto in due tranche di 250 milioni di mascherine). Il censimento effettivo non è stato realizzato e, tra l'altro, nei dati relativi agli ''aiuti'' non figurano le elargizioni e donazioni dei privati né il materiale direttamente ricevuto dalle amministrazioni locali. Fatta la premessa, resta il fatto che l'Italia sta capitalizzando in questi giorni la rete di relazioni messe in piedi negli anni.

Cina, Russia e Cuba: il carico di aiuti che ha fatto più clamore

Le prime ad arrivare sono state le attrezzature sanitarie cinesi: 31 tonnellate di materiali donati dalla Croce Rossa di Pechino.
All'inizio del mese l'Italia ha ricevuto 22 milioni di mascherine, circa 300 ventilatori, tute e occhiali protettivi, guanti, schermi facciali, un migliaio di kit diagnostici. Si tratta, però, nella maggior parte dei casi, di materiali acquistati.
Attraverso la Protezione Civile, la Commissione europea ha poi fatto pervenire all'Italia due carichi da Cina e Taiwan con tamponi e mascherine.
Sempre alla Protezione Civile, la Cina ha poi inviato centomila mascherine, mille kit per tampone, mezzo milione di guanti, cinquantamila tute. Grande clamore mediatico anche per le tre delegazioni mediche con compiti di consulenza: 13 dottori russi sono stati dirottati in Lombardia, 17 in Toscana.
Anche la Russia non si è sottratta, facendo addirittura avanzare l'ipotesi che l'Italia stesse valutando un cambio di strategie all'interno dello scacchiere diplomatico internazionale. Da Mosca sono arrivati 9 aerei, carichi di materiale sanitario, oltre 30 medici e un centinaio di operatori per la sanificazione.
L'Ucraina ha inviato 20 sanitari dislocati nelle Marche.
E infine Cuba: Il 21 marzo sono atterrati a Milano i 52 operatori sanitari, tra virologi, immunologi e infermieri, impiegati all’ospedale da campo di Crema.

L'abbraccio dell'Albania ai dirimpettai italiani

"Non siamo ricchi, ma neanche privi di memoria", ha detto in un messaggio Edi Rama, premier albanese, che ha inviato in Lombardia, nel cuore del focolaio di Covid 19, 30 medici che lavoreranno in Italia a spese del governo albanese. Rama ha dichiarato come Tirana non dimentichi l’aiuto ricevuto da Roma in occasione del recente terremoto e durante la guerra civile degli anni ‘90, quando molti cittadini del Paese balcanico in fuga dal conflitto furono accolti in Italia.

Turchia, donazioni con poesia

"Dietro ai momenti privi di speranza ci sono tante speranze, dietro al buio ci sono mille soli", con queste parole del poeta mistico persiano, Jalāl ad-Dīn Moḥammad Rūmī, fondatore della confraternita sufi dei "dervisci rotanti" - parole scritte sugli imballaggi del materiale sanitario - la Turchia ha inviato a Roma 150.000 mascherine, 500 litri di liquido antibatterico, 1000 tute protettive.
La Farnesina elenca anche 100.000 mascherine e 20.000 mascherine Ffp2 inviate direttamente alla Croce Rossa italiana. Un'inversione di tendenza dopo il blocco delle attrezzature mediche avvenuto a fine marzo ad Ankara.

Dai Paesi che forse non ti aspetti

Il Pakistan ha inviato all'Italia mezzo milione di pasticche di clorochina; l'India 40.000 mascherine; l'Egitto oltre un milione e mezzo di mascherine e altro materiale sanitario.

Stati Uniti, la mobilitazione di pubblico e privato

Doppio canale solidale dagli Stati Uniti che hanno sostenuto l'Italia con aiuti pubblici e privati. Dalla base militare americana di Ramstein è stato trasportato ad Aviano un blocco ospedaliero mobile da 10 posti letto. Alla Lombardia sono stati donati 140 letti ospedalieri e 8 camion di attrezzature mediche. La Ong Samaritan’s Purse ha lavorato alla realizzazione dell'ospedale da campo a Cremona mentre altre fondazioni private hanno elargito oltre 15 milioni di dollari per l'emergenza coronavirus in Italia. Trump ha annunciato che invierà all’Italia altro materiale sanitario.

I Paesi arabi presenti all'appello

Gli Emirati Arabi hanno spedito 10 tonnellate di materiale sanitario; il Kuwait ha destinato all'Organizzazione Mondiale della Sanità circa 40 milioni di dollari, 5 milioni dei quali confluiranno in Italia; il Qatar ha dispiegato 4 voli per il trasporto di due ospedali da campo completi da oltre 5.000 e 4.000 metri quadrati, per 1000 posti letto totali.

L'Europa c'è, ma dopo mille polemiche

Il veto iniziale all'export del materiale sanitario da diversi Paesi europei verso l'Italia ha sporcato la percezione degli aiuti poi effettivamente giunti in territorio italiano.

La Francia, uno dei Paesi che ha conosciuto l'onda di Covid 19 immediatamente dopo l'Italia, ha inviato 1 milione di mascherine protettive, quasi 2.500 tute e decine di migliaia di camici.
La Germania, che non ha lesinato l'invio di dispositivi medici (oltre 800.000 mascherine e 300 respiratori), ha aperto le terapie intensive della Federazione e dei Lander ai pazienti italiani per decine di posti. Il trasporto dei malati in Germania avviene nell'ambito dell'operazione militare chiamata Medevac: partenza dall'Italia con aerei militari italiani o aerei privati tedeschi, cura a carico del servizio sanitario tedesco.
L’Austria ha inviato all'Italia circa 1 milione e mezzo di mascherine e accolto nelle sue terapie intensive una decina di pazienti italiani.
Con la Repubblica Ceca strappo ricucito dopo le mascherine sequestrate dalle autorità ceche il 17 marzo scorso. Da Praga sono arrivate oltre 100.000 mascherine e 10.000 tute destinate alla Regione Lombardia.
La Polonia ha supportato l'Italia con un team medico di 15 persone, che operano in un ospedale da campo a Brescia, mentre la Romania ha inviato 15 unità, tra medici e infermieri.

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