La crisi economica causata dal lockdown ha causato la famiglia prorietaria dell'azienda dal 1861 a chiudere i battenti. Ma tanti altri birrifici rischiano la stessa sorte
In più di 400 anni è sopravvissuto a guerre mondiali e crisi economiche, ma non al coronavirus. La pandemia si è rivelata fatale anche per il birrificio di Werneck, un pezzo di storia della Baviera. L'azienda chiuderà i battenti a settembre.
"Io e la mia famiglia ne sentiremo la mancanza - dice la direttrice Christine Lang - il birrificio è sempre stato presente, ha fatto parte di ogni conversazione a tavola per tutta la nostra vita. È come perdere una parte della nostra identità, e in un certo senso la perderà l'intera regione".
Fondata nel 1617, l'azienda è nelle mani della stessa famiglia dal 1861. Negli ultimi anni aveva sofferto a causa della guerra dei prezzi nella regione, ma il peggio sembrava alle spalle. Poi è arrivata la pandemia che ha causato il crollo dei profitti generati dai festival e dal ristorante del birrificio. Quello di Werneck non è un caso isolato.
"Molti birrifici vendono l'80-90% della loro birra attraverso i ristoranti, ma sono chiusi da settimane - dice Holger Eichele, segretario generale dell'Associazione tedesca dei birrai - e non abbiamo una prospettiva temporale. Non sappiamo quando i ristoranti e i birrifici potranno riaprire. Temo che, nel peggiore dei casi, si potrebbe arriva a luglio o agosto. Ma non sopravviveremo fino ad allora".
I 15mila euro di aiuti stanziati dallo Stato federale sono un contributo neanche lontanamente sufficiente per molte birrerie. I festival della birra in programma nei prossimi mesi sono la loro unica speranza di sopravvivenza. Se anche questi dovessero essere cancellati, molti altri birrifici potrebbero essere costretti a chiudere.
