Tra i punti critici del negoziato c'¨è soprattutto la questionen della pesca: Bruxelles chiede a Londra di seguire le regole del blocco europeo, concedendo l'accesso agli stati europei
Si preannuncia difficile il round di negoziati che sta per iniziare tra Gran Bretagna e Bruxelles: le parti stanno cercando di raggiungere un accordo di libero scambio, ma hanno opinioni molto divergenti sul modo in cui questo dovrebbe funzionare e su come vada inteso il concetto di concorrenza leale tra le due economie.
Secondo l'Unione, la Gran Bretagna dovrebbe accettare di seguire le regole del blocco europeo in settori che vanno dagli aiuti di stato alla protezione dell'ambiente, e dare alle barche europee l'accesso alle acque di pesca del Regno Unito; che per parte sua chiede il diritto di discostarsi dalle regole del blocco per concludere nuovi accordi commerciali in tutto il mondo che, a suo avviso, rafforzerebbero l'economia britannica.
"Noi rispettiamo la sovranità, l'autonomia e l'ordine giuridico distintivo dell'UE - ha detto in parlamento il Cancelliere del Ducato di Lancaster, Michael Gove - e ci aspettiamo che loro rispettino il nostro. Non accetteremo alcun obbligo laddove le nostre leggi siano allineate con l'UE o con le istituzioni dell'UE. Al contrario, ciascuna parte rispetterà l'indipendenza dell'altra e il diritto di gestire le proprie frontiere, la politica dell'immigrazione e le tasse".
La Commissione europea ha anticipato la possibilità di un esito negativo e continua a "prepararsi a questa eventualità". Il mandato negoziale britannico ha confermato il divario tra le posizioni. "Andiamo dritti al conflitto", ha previsto un funzionario europeo.
Il capo negoziatore dell'UE, Michel Barnier, condiziona la conclusione di un partenariato commerciale con il Regno Unito all'accordo sulla pesca che deve essere risolto entro il 1° luglio. Il mandato negoziale dell'UE vuole mantenere quote stabili, divise tra i pescatori britannici e quelli europei. Il Regno Unito vuole concordare l'accesso alle sue acque su base annuale. Per otto Stati membri, tra cui Francia e Danimarca, il perseguimento dell'accesso alle acque territoriali britanniche è vitale.
Il mandato negoziale dell'UE sottolinea che l'accordo deve "mantenere condizioni di accesso reciproche". Una posizione che si scontra con quella di Londra: "Il Regno Unito, che vuole diventare" uno Stato costiero indipendente alla fine del 2020". I britannici intendono negoziare ogni anno con l'UE l'accesso alle loro acque, come fanno oggi la Norvegia, l'Islanda e le Isole Faroe, sulla base degli ultimi dati disponibili sugli stock ittici.