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Il Duce è sempre cittadino onorario di Salò

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Diritti d'autore AP/φωτ. αρχείου
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Di Paolo Alberto Valenti
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A Salò il sindaco di Forza Italia non abolisce il decreto che faceva di Mussolini un cittadino d'onore

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Il municipio di Salò, cioè l'ex sede di quello stato fantoccio che prolungò la funesta agonia di nazismo e fascismo sul finire (già scontato) della seconda guerra mondiale, non intende sopprimere la cittadinanza onoraria che venne attribuita al dittatore Benito Mussolini, risalito al rango di capo di uno stato vassallo dopo essere stato liberato sul Gran Sasso dagli uomini del colonnello nazista Otto Skorzeny.

"Salò non è fascista"

'''Salo è meno fascista di mille altri paesi e non lo è anche adesso - ha dichiarato all'Adnkronos il sindaco di Salò, Gianpiero Cipani dopo che il consiglio comunale (14 voti contro 3) ha detto no alla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini - Da vent'anni faccio il sindaco e mi ispiro a principi democratici e liberali. Revocare la cittadinanza onoraria sarebbe solo una damnatio memoriae, un atto sbagliato perché di quei soggetti non si saprebbe più niente mentre noi vogliamo che ci si ricordi degli errori del fascismo".

L'ANPI non apprezza

Radiare il ricordo degli onori tributati all'artefice della distruzione totale del paese sembrerebbe piuttosto un aspetto di coerenza con l'evoluzione storica che in ogni caso non può ammette (di riflesso) le virtù di uno stato che si coprì di crimini e infamie (non ultime le leggi razziali). "Né la storia né l'educazione civica vengono insegnate più seriamente nelle scuole. Pertanto, tutti gli atti, anche simbolici, in cui non esiste una chiara posizione contraria al fascismo devono essere condannati" spiega a chiare note il presidente dell'ANPI (Ass.Nazionale Partigiani d'Italia) di Brescia Lucio Pedroni.

La storia non fa retromarcia

La sopravvivenza delle ispirazioni fasciste non ha evitato all'Italia risvolti nefasti, basti pensare all'ultima sentenza sulla strage alla stazione di Bologna: chiunque sia stato il mandante i suoi esecutori furono chiaramente personaggi estratti dal sottobosco della destra eversiva che vede ancora come modello il fascismo e i suoi crimini. Recenti sentenze hanno anche condannato coloro che si esibiscono col saluto fascista ma il vero pericolo riguarda chi, esaltandosi sull'onda di nazionalismi retrò, rinverdisce i blasoni di quel disegno criminale da illusionista dispiegato dal duce nel corso del ventennio, un giochetto che masse di italiani pagarono col sangue, la morte e la distruzione totale del paese.

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