Coronavirus, Rezza: "Ora in Europa serve una risposta unitaria"

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Di Gioia Salvatori
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Secondo Giovanni Rezza (ISS) è come se "in Europa non ci fosse stata una vera allerta" e ogni Paese ha proceduto da solo. Dall'Italia misure forti ma rischiano di essere insufficienti se gli altri non agiscono. Per Rezza lo stop dei voli potrebbe essere "condiviso come provvedimento temporaneo".

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"Fino ad ora sostanzialmente non c’è stata una posizione unitaria dei Paesi europei. Partecipiamo tutti alla rete di sorveglianza European centre for diseases control di Stoccolma. Utilizziamo la stessa definizione di caso ma i provvedimenti presi sono molto diversi".

L'epidemiologo **Giovanni Rezza,**capo del dipartimento malattie infettive dell'ISS, critica l'assenza di un coordinamento europeo per contrastare il coronavirus. Lo fa, come d'altronde il ministro della salute tedesco, alla vigilia del consiglio europeo straordinario dei ministri della salute (di giovedì 13 febbraio).

"Noi (gli italiani n.d.r.) per esempio siamo gli unici che hanno bloccato i voli mentre altri Paesi hanno deciso di non farlo, non tutti i Paesi fanno la rilevazione della temperatura corporea con i termoscanner in altri Paesi c’è stata anche un po’ di trasmissione locale, anche se minima: in Germania, Francia, Inghilterra. Questo ci mette in apprensione anche se hanno un buon sistema sanitario nazionale".

Cosa manca a livello europeo? Un coordinamento? Fondi? Il ministro della salute tedesco ha detto che mancano fondi...

È chiaro che manca un po' tutto...un Paese grande come la Cina non si può isolare ma un provvedimento temporaneo come quello dello stop dei voli, come ha fatto l'Italia per esigenze epidemiologiche, secondo me potrebbe essere condiviso. Avere delle risposte unitarie sarebbe auspicabile, se non su questa misura su altre. Sembra quasi che in Europa non ci sia stata una vera e propria allerta, cosa che non penso possa mancare.

Sembra quasi che in Europa non ci sia stata una vera e propria allerta, cosa che non penso possa mancare
Giovanni Rezza
Direttore dipartimento malattie infettive dell'ISS

L'Oms ha detto che il coronavirus è paragonabile al terrorismo come minaccia, altri scienziati cercano di rassicurare sottolineando che la letalità è bassa, al 2 %. A chi credere?

Io ho lavorato all'OMS, sono affezionato all'organizzazione ma a volte lanciano degli allarmi su twitter poco circostanziati (...) Letalità del 2 %? Beh non so se ritenerlo alto o basso, dipende dal numero dei casi, se i casi sono tanti conseguentemente il numero dei morti, anche se sono il 2%, sarà alto... I cinesi devo dire in questo momento stanno facendo un grande sforzo hanno messo dei veri e propri cordoni sanitari intorno alle città e Wuhan è una città da 11 milioni di abitanti, come 3-4 volte Roma, da cui non si entra e non si esce. Evidentemente ritengono il rischio che si diffonda questa infezione molto elevato, quindi dobbiamo seguire l’evoluzione epidemiologica senza allarmismo ma con grande attenzione.

C'è chi dice che in un paio di settimane si capira se è pandemia...

Naturalmente man mano che si va avanti con i giorni si capisce come evolve la situazione. Naturalmente il futuro dell'epidemia si gioca in Cina: se le misure che la Cina sta adottando funzioneranno bene, altrimenti sarà un problema per il resto del mondo. È logico, passeranno le settimane e capiremo gli effetti di queste misure che per ora non si vedono ancora bene.

Sfatiamo l'idea che una merce cinese possa portare il virus...

Un virus non viaggia insieme a secrezioni che si incrostano o cose di questo genere... qui siamo a livello di paranoia, fantascienza. La trasmissione principale del virus è per via respiratoria.

Un provvedimento temporaneo come quello dello stop dei voli, come ha fatto l'Italia per esigenze epidemiologiche, secondo me potrebbe essere condiviso
Giovanni Rezza
Direttore dipartimento malattie infettive dell'ISS
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