Kazakistan: aereo precipita subito dopo il decollo, almeno 12 morti. Parla un sopravvissuto

Sono le parole del sopravvissuto del disastro aereo avvenuto questa mattina presto in kazakhstan, intervistato in esclusiva da Euronews. L'aereo della compagnia aerea kazaka, Bek Air, con 98 persone a bordo si è schiantato poco dopo il decollo da Almaty, ex capitale e città più grande del Paese.
Il vice primo ministro Roman Skylkar ha poi precisato in una conferenza stampa ad Almaty che l'aereo si è "spaccato in due", dopo che la coda ha toccato due volte la pista in fase di decollo. La maggior parte delle vittime si trovavano nella parte anteriore dell'aereo.
Le autorità locali avevano parlato in un primo momento di almeno 15 morti, ma in seguito il ministero dell'Interno ha fatto sapere che il bilancio ufficiale al momento è di almeno 12 morti, mentre 54 feriti sono stati ricoverati in ospedale: tra questi almeno dieci sarebbero in condizioni critiche.
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L'aereo della Bek Air ha perso quota intorno alle 7.20 locali (l'1.20 in Italia): avrebbe urtato una struttura di cemento per poi finire contro un edificio a due piani.
Nei filmati ripresi dai telefonini si è vista bene una parte della fusoliera anteriore dell'aereo danneggiata al decollo. L'aereo, un Fokker-100 di medie dimensioni in servizio da 23 anni, stava volando verso Nur-Sultan, la capitale del paese precedentemente conosciuta come Astana. Era stato sottoposto a revisione per l'ultima volta lo scorso maggio.
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Tutti i voli di Bek Air e Fokker-100 in Kazakistan sono stati sospesi in attesa delle indagini sull'incidente, hanno affermato le autorità del paese. Lo scorso marzo un aereo dello stesso tipo con 116 passeggeri a bordo era stato costretto ad un atterraggio d'emergenza nell'aeroporto di Nur-Sultan per un guasto al carrello.
Il Kazakistan non è nuovo a questo tipo di incidenti. Nel 2009 tutte le compagnie aeree del Paese - con l'eccezione del vettore di bandiera Air Astana - erano state interdette dall'operare nell'Unione Europea perché non rispettavano gli standard di sicurezza internazionali. Il divieto è stato revocato solo nel 2016.