Ecuador: la piazza contro Moreno

Scontri in Ecuador, dove il governo di Lenin Moreno affronta dure proteste di piazza dopo il taglio del sussidio statale che ha permesso in oltre 40 anni alla popolazione di accedere a prezzi calmierati per benzina e gasolio. La misura è stata decisa, insieme a alcune radicali riforme del mercato del lavoro, come compensazione per la concessione di un prestito da 4 miliardi di dollari da parte del Fondo Monetario Internazionale.
"Combatteremo finchè Moreno non se ne andrà, quest'uomo non vale niente - dice un manifestante - Stiamo combattendo tutti, non si tratta solo di qualche sostenitore di Correa, ma di tutto l'Ecuador".
Tesissima la situazione anche nella città di Guayaquil, dove il presidente Moreno ha trasferito la sede del governo. Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, 30 giorni fa, l'esecutivo ha approvato un coprifuoco notturno dalle 20 alle 5 del mattino, la restrizione della lbertà di transito e di spostamento nelle vicinanze di edifici strategici. Misure necessarie, a detta del governo, per ristabilire l'ordine pubblico a una settimana dall'inizio delle violente proteste organizzate da diverse categorie: in piazza sono scensi tassisti, autotrasportatori, studenti e gruppi della popolazione indigena.
"Siamo qui per difendere il nostro diritto alla pace - dice una manifestante - Per dire: adesso basta. troviamo un accordo, proviamo a capire l'uno le ragioni dell'altro".
Il prezzo della benzina extra, quella di maggior consumo, è salito da 1 dollaro e 85 a 2 dollari e 40 al gallone: tradotto in litri e euro significa che prima per un litro si pagavano circa 40 centesimi di euro circa, mentre oggi se ne pagano 60.