Eurotunnel: prove tecniche di Brexit

Non come far passare un cammello dalla cruna di un ago ma, certo, con la Brexit imminente, il collo dell'imbuto tra Calais in Francia e Folkestone in Gran Bretagna si va restringendo. Martedì, sul versante francese del Tunnel della Manica, è stato effettuato un test con i camion merci che hanno subìto controlli di dogana e confine proprio come se la Brexit fosse già in atto.
"Ci saranno molte attese, molti controlli, molte file da entrambi i lati, migliaia di camion, code, ore di attesa - dice Steven Meurin, camionista - e poi, adesso, c'è grande incertezza perché non sappiamo quando succederà. È tutto ancora rinviato e dovremo affrontarlo".
Il principio sembra semplice: i camionisti devono essere provvisti di una dichiarazione doganale convalidata. Si tratta di un codice a barre di documenti preregistrati e scannerizzati da un operatore dell'Eurotunnel. Allo stesso tempo, vengono effettuati controlli di sicurezza o di immigrazione, che sono obbligatori. Poi, a discrezione, può essere disposta un'ispezione delle merci. La capacità di accoglienza del sito - con i suoi 5000 camion circa al giorno - è stata aumentata per evitare code da incubo.
Dopo il test su larga scala, le dogane francesi e Eurotunnel hanno dichiarato di essree "fiduciosi" nella capacità di gestire il flusso di traffico tra Francia e Gran Bretagna attraverso la Manica in caso di Brexit. Il cortocircuito non ci sarà, almeno sulla carta.