Brexit per sì o per forza

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Di Eloisa Covelli
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Il nuovo premier britannico entra subito in contrasto con l'Unione europea: vuole togliere il backstop per l'Irlanda del Nord dall'accordo

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Sono bastate 24 ore a Boris Johnson per entrare in contrasto con Bruxelles. Il negoziatore della Brexit per conto dell'Unione europea, Michel Barnier, ha definito inaccettabile la proposta del nuovo primo ministro britannico di disfarsi del backstop per l'Irlanda del nord, ovvero della rete di protezione che eviterebbe il ritorno della frontiera con la Repubblica d'Irlanda. Poche ore dopo arriva la doccia fredda del presidente uscente della Commissione Jean-Claude Juncker che ridice chiaramente che l'accordo per la Brexit non è rinegoziabile.

Reuters
Leo VaradkarReuters

"La posizione dell'Unione europea e dell'Irlanda non è cambiata - dice il premier irlandese Leo Varadkar - Il backstop fa parte della bozza d'accordo. Senza backstop, non c'è nessun accordo, nessuna fase di transizione, nessuna fase di miglioramento e non ci sarà l'accordo di libero commercio finché questi problemi non verranno risolti".

Ma a Boris Johnson questo sembra non interessare. Dato che si è detto pronto più volte ad uscire dall'Unione europea senza accordo.

"Al momento rifiutano di fare qualsiasi cambiamento alla bozza d'accordo - dice Boris Johnson - Se continuano così, dobbiamo lasciare l'Unione europea senza accordo. Il Regno Unito è più preparato alla situazione di quanto molti pensano, ma dovrebbe esserlo di più. Nei 98 giorni che ci rimangono, dobbiamo dare uno sprint per essere sicuri che ci sia il minor disagio possibile alla nostra vita".

Intanto il leader dell'opposizione Jeremy Corbyn chiede a gran voce nuove elezioni

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