Stranieri, a tempo pieno, maschi, sotto i 30 anni: chi sono i rider della metropoli italiana

Stranieri, a tempo pieno, maschi, sotto i 30 anni: chi sono i rider della metropoli italiana
Diritti d'autore REUTERS/Charles Platiau/File Photo
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Di Lillo Montalto Monella
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In Spagna un tribunale ha stabilito che i fattorini di Deliveroo non sono lavoratori occasionali ma dipendenti a tutti gli effetti. Ora parte la class action pure in Francia. Ecco il profilo dei rider a Milano: lavoratori a tempo pieno, maschi, tra i 22 e i 30 anni, spesso stranieri.

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In Spagna una sentenza del tribunale di Madrid ha stabilito che i fattorini di Deliveroo debbano essere considerati dipendenti dell'azienda, non collaboratori o freelance. L'azione legale è partita da un'indagine delle autorità, ovvero dell'ispettorato del lavoro, e riguarda 500 rider e stabilisce un precedente che non potrà non essere tenuto in considerazione anche da altre aziende del settore come Glovo o Uber. E non solo da quella parte dei Pirenei.

Anche in Francia, infatti, è stata annunciata per la prima volta una class action contro UberEats, gigante delle consegne di cibo a domicilio. I legali di Tolosa sperano di rappresentare almeno 500 fattorini (dei 20mila che si stima essere presenti nel Paese) e richiedere, per ciascuno, una compensazione economica fino a 10mila euro. Quanto all'Italia, ad aprile dello scorso anno il Tribunale di Torino ha confermato con una sentenza che i fattorini di Foodora non possono essere considerati lavoratori subordinati. 

Qual è il profilo dei lavoratori dell'app economy?

Una ricerca dell'Università degli Studi di Milano del febbraio 2019 ha tracciato il profilo di questi lavoratori "psedo-autonomi deboli", a cottimo, con contratti precari e di breve durata, reiterati nel tempo, soggetti a "abuso di posizione dominante da parte del datore di lavoro". 

Come emerge dallo studio, sono in prevalenza stranieri, quasi la metà ha scarsa conoscenza dell'italiano e il riding è la loro principale attività remunerata. Gli italiani sono una relativa minoranza, soprattutto studenti.  

In breve: la mancata conoscenza dell'italiano, la difficoltà ad organizzarsi in forme di tutela individuale e la scarsa conoscenza della disciplina contrattuale sono ostacoli decisivi "al momento di firmare il contratto o rivendicare i propri diritti”, commenta uno degli autori dello studio a Wired. 

Milano è stata la prima città italiana in cui le app sono sbarcate ed è quella con la comunità di corrieri più numerosa; il profilo dei rider nel capoluogo meneghino differisce però da quello di città come Bologna dove la componente studentesca è ancora preponderante ed è attivo il primo sindacato italiano di categoria, la Riders Union. 

**Per approfondire: **

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