Ordigni esplosivi alla sede della Lega di Treviso, fermato anarchico spagnolo

Ordigni esplosivi alla sede della Lega di Treviso, fermato anarchico spagnolo
Diritti d'autore  Macchina della Polizia di Stato - Foto: Flickr by sv1ambo
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Di Euronews
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Arrestati anche due italiani accusati di favoreggiamento. L'uomo si nascondeva nei boschi del bresciano. L'attacco era stato rivendicato con le parole "Colpiamoli a casa loro".

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La polizia italiana, in collaborazione con quella spagnola, ha arrestato un anarchico spagnolo accusato di essere responsabile di varie azioni criminali tra cui "la collocazione di due artefatti esplosivi nella sede del partito della Lega Nord di Treviso" nel 2018.

L'attacco era stato rivendicato con le parole "Colpiamoli a casa loro" da una sedicente cellula anarchica, "Haris Hatzimihelakis" e da FAI-FRI (Federación anarquista Informa/ Frente Revolucionario Internacional).

Nell'operazione, descritta in un comunicato dal Ministerio del Interior spagnolo, sono stati fermati altri due italiani: un uomo legato al movimento anarchico trentino" e una donna che aiutavano lo spagnolo nella sua latitanza in una zona boschiva e gli fornivano appoggio logistico.

Il provvedimento della Procura Distrettuale di Venezia, ed eseguito dalla Digos lagunare con il supporto della Direzione centrale polizia di prevenzione, è già stato convalidato dal gip di Brescia, dove è stato eseguito il fermo.

Il cittadino spagnolo, JA S.F., 42 anni, fuggito dalla giustizia nel 2017, al momento dell'arresto aveva con sé contanti e una carta d'identità falsa. Nel suo domicilio sono stati rinvenuti elementi utili per "confezionare esplosivi", si legge nella nota delle autorità iberiche. Durante i due anni di latitanza, l'indagato avrebbe partecipato a diverse azioni terroristiche di natura anarchica in Italia. 

In Italia il fascicolo è in carico alla Procura di Venezia che indagava per reati di attentato con finalità di terrorismo. Durante le indagini, gli agenti della Polizia di Stato hanno confermato che il DNA del detenuto corrisponde a quello trovato in una lettera inviata ad un giornale italiano per rivendicare l'attacco.

L'arresto è stato effettuato in una zona boschiva a Marmentino, in provincia di Brescia, dopo un "appuntamento operativo" con gli altri fermati nel corso dell'operazione.

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